venerdì 6 luglio 2012

[Lettura #20/2012] Pomodori verdi fritti al Caffè di Whistle Stop

Fried Green Tomatoes at the Whistle Stop Cafe
di Fannie Flagg
Paperback, 364 pagine, Sonzogno 1987/2000
Il Caffè di Whistle Stop ha aperto la settimana scorsa, proprio di fianco a me alla posta, e le proprietarie, Idgie Threadgoode e Ruth Jamison, affermano che fin dal primo giorno gli affari sono andati a gonfie vele. Idgie dice che la gente non deve aver paura di restare avvelenata, perché non è lei che cucina ma due donne di colore, Sipsey e Onzell, mentre al barbecue c’è Big George, il marito di Onzell.incipit
Trama: Evelyn, una donna infelice e molto complessata, incontra in un ospizio Virginia, una vecchietta originale che le racconta una storia di tanti anni prima. Quella del Caffé di Whistle Stop, aperto in Alabama da una singolare coppia al femminile, la dolce Ruth e la temeraria Idgie, e frequentato da stravaganti sognatori, uomini di colore, poetici banditi e vittime della Grande Depressione. La movimentata vicenda di due donne, coinvolte loro malgrado in un omicidio, e la loro tenacia nello sconfiggere le avversità, ridanno a Evelyn la fiducia e la forza necessarie per affrontare le difficoltà dell'esistenza.

Commento personale: Probabilmente il libro con il titolo più lungo tra quelli letti fino ad ora, un altro del gruppo di quelli rubacchiati alla nonna (prima o poi dovrò restituirglieli) e un romanzo BEL-LIS-SI-MO. Davvero, in questo romanzo c’è tutto ciò che di cui mi piace leggere: la storia di una famiglia (allargata), tanti personaggi davvero speciali e poi tenerezza, tristezza, dolore, amore, amicizia, gioia, rabbia; insomma, tutto.

La storia si svolge in due epoche distinte (altra tecnica che mi piace moltissimo): una è il presente dell’aziana Virginia Threadgoode (detta Ninny), ricoverata in una casa di cura, e di Evelyn, una donna senza stima di sé che si reca nella stessa struttura insieme al marito per trovare la suocera. L’altra è il passato dei ricordi di Ninny, che racconta a Evelyn la storia del suo quartiere e della sua famiglia. Così ci ritroviamo a rimbalzare tra un presente in cui Evelyn inizia lentamente a prendere coscienza del suo valore come persona e come donna e un passato pittoresco, divertente e a volte anche molto doloroso ambientato in Alabama in un periodo che oscilla tra gli anni ’30 e gli anni ’50. Inoltre anche nelle due epoche i narratori cambiano molte volte, così da farci vedere la storia da tanti punti di vista diversi, facendo quadrare il tutto.

Nel romanzo vengono trattati moltissimi temi anche dolorosi, ma quello che sicuramente spicca per l’importanza che assume all’interno del racconto è il razzismo, dominante in quel periodo della storia americana. Nonostante la gravità di questi argomenti, il romanzo riesce sempre a mantenere un tono leggero e ironico che stempera anche gli episodi più drammatici e un clima di serenità.

I personaggi, come in tutti i bei libri che si rispettino, sono il fulcro del romanzo, sono ciò che rende impossibile staccarsi dalle sue pagine e non rimanere affascinati insieme ad Evelyn dal piccolo ma frizzante mondo che è Whistle Stop. Le vere e proprie protagoniste sono Idgie e Ruth, due donne legate da un amore profondo l’una per l’altra, ma sono circondate da un ventaglio infinito di personaggi, tutti uniti dal Caffè che le due donne dirigono con successo e che sfama non solo gli avventori paganti, ma anche tutti vagabondi che passano di lì cercando un lavoro e un piatto caldo.

Tra i vari narratori che si alternano nel romanzo una menzione particolare devo farla per il giornale della signora Weems: non c’era un bollettino che non mi facesse morire dal ridere, troppo forte. Per il resto la mia narratrice preferita è rimasta sempre Ninny, forse perché è la voce narrante principale e leggerla era come ascoltare una nonna che racconta la storia di un mondo che non c’è più.


Inizio lettura: 15 giugno 2012
Fine lettura: 22 giugno 2012

lunedì 2 luglio 2012

[Lettura #19/2012] La meccanica del cuore

La mecanique du coeur
di Mathias Malzieu
Paperback, 158 pagine, Feltrinelli 2012
Uno, non toccare le lancette.
Due, domina la rabbia.
Tre, non innamorarti, mai e poi mai.
Altrimenti, nell’orologio del tuo cuore, la grande lancetta delle ore ti trafiggerà per sempre la pelle, le tue ossa si frantumeranno,
e la meccanica del cuore andrà di nuovo in pezzi.incipit
Trama: Nella notte più fredda del mondo possono verificarsi strani fenomeni. È il 1874 e in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. La protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali. Ma non si può vivere al riparo dalle emozioni e, il giorno del decimo compleanno di Jack, la voce ammaliante di una piccola cantante andalusa fa vibrare il suo cuore come non mai. L'impavido eroe, ormai innamorato, è disposto a tutto per lei. Non lo spaventa la fuga né la violenza, nemmeno un viaggio attraverso mezza Europa fino a Granada alla ricerca dell'incantevole creatura, in compagnia dell'estroso illusionista Georges Méliès. E finalmente, due figure delicate, fuori degli schemi, si incontrano di nuovo e si amano. L'amore è dolce scoperta, ma anche tormento e dolore, e Jack lo sperimenterà ben presto. Intriso di atmosfere che ricordano il miglior cinema di Tim Burton, ritmato da avventure di sapore cavalleresco, una favola e un romanzo di formazione, in cui l'autore, con scrittura lieve ed evocativa, punteggiata di ironia, traccia un'indimenticabile metafora sul sentimento amoroso, ineluttabile nella sua misteriosa complessità.

Commento personale: Per una volta devo confermare le recensioni attira-lettori di un libro, perché questo romanzo potrebbe davvero essere la sceneggiatura di un film di Tim Burton (e invece diventerà un cartone animato diretto da Luc Besson, un altro che secondo me i film li sa fare bene).

La storia inizia proprio come una fiaba un po’ gotica: nella notte più fredda del mondo una donna compare alla porta di Madeleine, una levatrice da tutti considerata una strega perché presta assistenza a coloro che gli altri rifiutano (vagabondi, prostitute, ecc…). Dopo aver dato alla luce un bambino piccolissimo e con il cuore completamente ghiacciato la donna scompare e Madeleine si troverà a prendersi cura del piccolo Jack, che salva mettendo sul suo cuore difettoso un orologio a cucù, che ha l’unico difetto di essere molto delicato, e i forti sentimenti possono rischiare di danneggiarlo. Per questo Madeleine cerca di tenere Jack il più possibile lontano dagli altri, finché il ragazzo non posa lo sguardo sulla piccola Miss Acacia, una bellissima cantante andalusa che cattura il suo delicatissimo cuore e fa si che il ragazzo arrivi fino in Spagna pur di ritrovarla.

Il romanzo è molto breve e si divora in pochissimo tempo, fortunatamente l’autore riesce a non renderlo un tentativo di scrivere una storia profonda, saggia e metaforica che cerchi in qualche modo di imitare lo stile da Piccolo Principe e ogni tanto si stacca un po’ dall’atmosfera favolistica per tornare sulla terra quel tanto che basta per non esagerare. I personaggi mi sono piaciuti molto, soprattutto quelli secondari (come sempre: mai una volta che il mio preferito sia il protagonista) e l’ambientazione reale ma indefinita allo stesso tempo è stato davvero azzeccata.


Inizio lettura: 12 giugno 2012
Fine lettura: 14 giugno 2012