venerdì 28 ottobre 2011

Rycerca (Saga di Septimus Heap #4)

sfide: serial readers, mattonazzi

Titolo originale: Queste
Autore: Angie Sage
Anno di pubblicazione: 2011
Editore: Salani
Pagine: 528

Iniziato il: 21 ottobre 2011
Terminato il: 27 ottobre 2011
Valutazione: ★★★★
C'è il mercato settimanale su Viale dei Maghi. Una ragazza e un ragazzo si sono fermati al banco delle aringhe in salamoia. Il ragazzo ha i capelli chiari, intrecciati in uno stile che i marinai avrebbero adottato solo in un lontano futuro. Gli occhi verdi hanno un'espressione seria, quasi triste, mentre cerca di convincere la ragazza a lasciargli comprare delle aringhe per lei.
(incipit)
Trama: 
Dopo la rocambolesca fuga dal passato, Jenna e Septimus sono costretti a trovare un modo per riportare nel loro Tempo anche Nicko e Snorri, rimasti intrappolati all'epoca di Marcellus Pye e la regina Etheldredda. A complicare le cose ci si mettono il malvagio fantasma Tertius Fume e Merrin Meredith, che non riesce a darsi pace per essere stato scaricato dal suo vecchio Mago StraOrdinario Dom Daniel e vuole riprendersi l'identità che Septimus gli ha, secondo lui, rubato. Così Sep e Jen, accompagnati dall'amico Beetle e aiutati da un misterioso quanto gentile uomo-topo, si imbarcheranno nella Rycerca, dalla quale nessun Apprendista è mai tornato.

Commento:
Urca! L'ho finito! Chissà adesso quanti anni mi toccherà aspettare prima che traducano anche il volume successivo della saga! Si, ma questa volta non ho intenzione di aspettare: mi procuro le versioni elettroniche in lingua originale e quando la Salani si degnerà di pubblicare, allora prenderò il cartaceo, altrimenti qui finisce che li leggeranno prima i miei figli e nipoti.
Come sempre, fantastico. Mi rendo perfettamente conto che questi romanzi sono pieni di difetti, non sono particolarmente profondi e soprattutto l'autrice si inventa molte soluzioni di comodo che probabilmente molti altri lettori non le lascerebbero passare, ma io non ce la faccio, non riesco ad essere obiettiva, perchè le avventure di Septimus mi piacciono troppo! Adoro l'ambientazione, mi sono innamorata dei personaggi che sono davvero troppo, troppo simpatici, anche i cattivi. Ogni pagina, poi, è percorsa da una leggera ironia, che mi rende felice e serena, ed è una sensazione così bella, che mi permette di chiudere un occhio su tante cose.
In quest'episodio conosciamo meglio un personaggio che già ci era stato presentato in passato, ma che era stato solo una comparsa nelle avventure dei suoi amici: sto parlando di Beetle, il simpaticissimo impiegato (o dovrei dire ex impiegato) della Manuscriptorium, migliore amico di Septimus e con una tenerissima cotta per Jenna. Tornano anche delle vecchie conoscenze: Simon e Lucy (che finalmente sono riusciti a riunirsi), Merrin Meredith (che le prova davvero tutte per liberarsi di Septimus) e faremo anche una visita ai fratelli Heap alle Streghe di Wendtron nella foresta. Il viaggio per raggiungere la Casa dei Foryx, il luogo in cui tutti i Tempi si Incontrano è pieno di pericoli e di prove da superare, e alla fine abbiamo anche un bel colpo di scena che non  mi aspettavo. Adesso già pregusto il nuovo volume, che siccome si intitola Syren, mi fa pensare che lasceremo la terra ferma per addentrarci nelle profondità marine: speriamo!!

giovedì 27 ottobre 2011

L'evoluzione di Calpurnia

sfide: alfabeto, solo donna

Titolo originale: The Evolution of Calpurnia Tate
Autore: Jaqueline Kelly
Anno di pubblicazione: 2011
Editore: Salani
Pagine: 288

Iniziato il: 21 ottobre 2011
Terminato il: 26 ottobre 2011
Valutazione: ★★★★
Quando un giovane naturalista intraprende lo studio di organismi a lui del tutto sconosciuti, la sua prima grande perplessità è quella di determinare quali siano le differenze che indicano una specie e quali una varietà, poiché egli non sa quale sia la quantità delle variazioni a cui il gruppo è soggetto...
(incipit)
Trama: 
Calpurnia Virginia Tate, unica figlia femmina in una numerosa famiglia texana di fine ottocento, è una ragazzina diversa dalle altre: non le interessa imparare a cucinare, a rammendare, a suonare il pianoforte e non desidera diventare una madre di famiglia. Calpurnia è una naturalista, e soli a undici anni il suo più grande interesse è osservare la natura che la circonda e scoprirne i segreti: perché le cavallette gialle sopravvivono meglio negli aridi territori texani rispetto a quelle verdi? E cosa succede quando un bruco diventa farfalla? Guidata dal nonno, Calpurnia si addentrerà nei misteri dell'evoluzione e della scienza, imparando anche a conoscere sé stessa e le proprie aspirazioni.

Commento:
La letteratura per ragazzi, la vera letteratura per ragazzi, ha spesso tra i suoi protagonisti bambini e bambine un po' speciali e diversi dagli altri; a volte perché hanno una famiglia particolare (o non l'hanno proprio), altre perché sono dotati di caratteristiche insolite per la loro età o per la loro condizione sociale. Calpurnia prende le distanze da quell'accozzaglia di streghe, dee, maghe e maghette che ultimamente invadono le pagine dei romanzi per ragazzi tentando di imitare il successo di pochi, e va ad unirsi alle schiere di questi protagonisti interessanti e originali che rimangono davvero impressi nella nostra memoria di lettori e che ci ricordano che anche la nostra vita quotidiana permette di vivere avventure straordinarie, se si è abbastanza curiosi per cercarle.
Lo stile del romanzo è piuttosto semplice e in alcuni punti del racconto mi è sembrato forse un po' semplicistico; non mi riferisco agli aspetti scientifici, che ho trovato estremamente chiari e adatti al pubblico di ragazzi a cui è rivolto il libro, quanto ad alcuni episodi della narrazione, soprattutto dialoghi, nei quali a volte mancava quel tocco, quella caratterizzazione che rende ogni parola detta assolutamente essenziale ai fini del racconto. Le solite recensioni esagerate e palesemente pubblicitarie l'hanno definita "la nuova Pippi Calzelunghe"; non è vero, non centra niente, soprattutto perchè l'autrice, pur essendo brava, non è Astrid Lindgren e non ha le stesse capacità. Questo non toglie che il libro sia davvero molto, molto carino e che valga sicuramente la pena di essere letto.
Essendo io un'appassionata di scienze naturali e amando follemente tutti i romanzi che parlano di animali e natura, ho seguito con entusiasmo le scoperte naturalistiche di Calpurnia e nonno Walter Tate e ho trovato un'ottima idea legare i diversi capitoli al libro che sta alla base del romanzo, ovvero L'origine delle specie di Charles Darwin: ogni capitolo, infatti, viene aperto da una citazione presa dal libro di Darwin, e ciò che viene narrato al suo interno è la dimostrazione pratica della frase di apertura. Oltre a parlare di evoluzione, il libro è anche un romanzo storico, perchè ci mostra uno spaccato della società texana alle soglie del 20° secolo, con tutte le sue innovazioni (il telefono, la coca-cola, l'automobile), i suoi cambiamenti e le sue tradizioni (soprattutto per quanto riguarda il ruolo della donna).
Infine, la copertina, che è meravigliosa, e mi è dispiaciuto tantissimo aver letto l'ebook (per ora ancora sul computer non avendo ancora un ebook reader) perchè non ho potuto godermela come è invece possibile fare con la versione cartacea.
Che cos’era di preciso un naturalista? Non lo sapevo, ma decisi che per il resto dell’estate lo sarei stata. Se significava soltanto scrivere ciò che vedevi intorno a te, potevo farlo.
Inoltre, ora che possedevo qualcosa per prendere appunti, vedevo cose che non avevo mai notato prima.
«Uh!» gridai balzando indietro, e per poco non feci cadere tutta l’apparecchiatura. «Eeehi» dissi sistemando il microscopio. Alzai lo sguardo su Nonno.
«Deduco che hai visto le tue prime creature microscopiche» commentò sorridendo. «Platone diceva che tutte le scienze nascono dallo stupore».
«Santo cielo» dissi, e guardai di nuovo attraverso la lente. Una cosa con molti peli sottili passò remigando ad alta velocità; un’altra cosa con la coda sferzante schizzò nel centro; una sfera spinata ruzzolante come una mazza ferrata medievale rotolò via; ombre delicate, fantasmagoriche, apparivano nel campo visivo e sparivano. Era caotico, era selvaggio, era... la cosa più straordinaria che avessi mai visto.
Non mi ero mai catalogata insieme alle altre ragazze. Io ero diversa; non appartenevo alla loro specie. Non avevo mai pensato che il mio futuro sarebbe stato come il loro. Ma in quel momento capii che non era vero, che ero esattamente come le altre ragazze. Era previsto che consegnassi la mia vita a una casa, un marito, dei figli. Ci si aspettava che abbandonassi i miei studi naturalistici, il mio Taccuino, il mio amato fiume. Era questo il perfido scopo di tutto il cucito e la cucina che cercavano di inculcarmi, delle tediose lezioni che avevo disdegnato ed evitato. Mi venne caldo, poi freddo dappertutto. In fondo la mia vita non era con la Pianta. La mia vita era il prezzo da pagare. Perché non l’avevo capito? Ero in trappola.

venerdì 21 ottobre 2011

Alkymia (Saga di Septimus Heap #3)

sfide: serial readers, mattonazzi, incrociata

Titolo originale: Physik
Autore: Angie Sage
Anno di pubblicazione: 2007
Editore: Salani
Pagine: 511

Iniziato il: 18 ottobre 2011
Terminato il: 20 ottobre 2011
Valutazione: ★★★
Silas Heap e Gringe, il Guardiano della Porta Settentrionale, si trovano in un angolo buio e polveroso della soffitta del Palazzo. Di fronte a loro c'è la porticina di una stanza Sigillata, che Silas Heap, Mago Ordinario, sta per Dissigillare. «Vedi, Gringe» spiega, «è il posto perfetto. Le mie pedine non riusciranno mai a fuggire da qui. Basta che le Sigilli dentro».
(incipit)
Odio Silas Heap! No, non è vero, è fantastico e un papà meraviglioso, ma è troppo, davvero troppo stordito! Cosa farei io se abitassi al Castello, circondata da incantesimi e Magya Oscura e mi trovassi di fronte una porta Sigillata? Probabilmente la lascerei così com'è, ma se avessi proprio la necessità di entrarci, per lo meno mi informerei su come mai qualcuno abbia mai sentito il bisogno di Sigillarla. E invece no; e così, per la sua sbadataggine, ad andarci di mezzo sono i soliti Septimus, Jenna e Nicko, che questa volta si portano dietro anche due nuovi amici, Snorri e il suo gatto Urrl.

In questo episodio, ci troviamo di fronte ad una nuova minaccia: il fantasma un po' troppo solido della malvagissima e antipaticissima Regina Etheldredda, vissuta cinquecento anni prima, ha tutta l'intenzione di ottenere la vita eterna e di tornare a regnare, e per fare ciò ha naturalmente bisogno di un settimo figlio di un settimo figlio da rispedire dritto dritto nel passato senza possibilità di ritorno. Siccome per sua immensa sfortuna l'unico settimo di un settimo in circolazione è Septimus, sarà lui a ritrovarsi imprigionato nella sua stessa Città, ma in un'epoca completamente diversa.

Come sempre Angie Sage riesce a farmi amare i suoi romanzi con la sua simpatia e le sue trovate strampalate; inoltre mi ha fatto davvero morire dal ridere leggere i capitoli scritti nella Lingua Antica che, almeno nella traduzione italiana, altro non è che una buffa versione dell'italiano antico, imperciocchè ciascun personaggio s'esprime con codesto tono aulico ed alquanto vetusto.

Purtroppo la mia amata Marcia non si vede tanto: compare solo in alcuni capitoli all'inizio e alla fine (anche se la sua presenza in questi momenti si sente eccome) perchè rimane nel suo Tempo a cercare un modo per far tornare a casa Septimus e non lo segue, come invece fanno gli altri tre matti. C'è invece un leggero cambio di tono in questo libro rispetto alla spensieratezza dei precedenti perchè vi è il primo lutto della saga: Alice Nettels, la Capo Doganiere del porto, viene uccisa dalla Regina Etheldredda, salvando così la vita a Jenna. Il momento è triste, però sappiamo per lo meno che a) la rivedremo quasi sicuramente perchè la città è piena di fantasmi, b) finalmente potrà passare l'eternità accanto al suo amato Alther. In ogni caso, adesso ci sono da salvare Nicko e Snorri!!

martedì 18 ottobre 2011

Il conte di Montecristo

sfide: bersaglio, francofonia, incrociata, mattonazzi, salva-comodino

Titolo originale: Le Comte de Monte-Cristo
Autore: Alexandre Dumas (padre)
Anno di pubblicazione: 2006
Editore: Bur
Pagine: 914

Iniziato il: 03 ottobre 2011
Terminato il: 17 ottobre 2011
Valutazione: ★★★★★

Il 24 febbraio 1815 la vedetta della Madonna della Guardia dette il segnale della nave a tre alberi il Faraone, che veniva da Smirne, Trieste e Napoli.
Com'è d'uso, un pilota costiere partì subito dal porto, passò vicino al Castello d'If e salì a bordo del naviglio fra il capo di Morgiou e l'isola di Rion.
Contemporaneamente com'è ugualmente d'uso, la piattaforma del forte San Giovanni si
ricoprì di curiosi, poiché è sempre un avvenimento di grande interesse a Marsiglia l'arrivo di qualche bastimento, in particolare poi quando questo legno, come il Faraone, si sapeva costruito, arredato e stivato nei cantieri della vecchia Phocée e appartenente ad un armatore della città.
(incipit)
Mamma mia, come commentare in breve questo romanzo meraviglioso ed emozionante? Probabilmente basterebbe leggere l'introduzione all'edizione BUR di Umberto Eco, quindi è meglio che io mi faccia piccola piccola e stia zitta, dato che dovrei paragonarmi a lui. Così forse salvo la faccia se invece di parlare della storia, dato che l'ho già fatto in abbondanza nelle tappe del gdl (i link sono qui sotto), parlo del suo commento, e del fatto di essere felicissima di non essere un critico letterario per poter godere di tutto il fascino di questa avventura incredibile che parla di vendetta, di giustizia, di perdono, di amore, di vita e di morte. Perchè è vero, e leggendo il commento di Eco me ne sono resa conto: il romanzo ha dei difetti tecnici e stilistici, dovuti sia al fatto che Dumas percepiva un tot. di franchi a riga, e di conseguenza doveva allungare, sia alla pubblicazione a puntate del romanzo, che richiedeva di riportare alla memoria del lettore ciò che era avvenuto precedentemente; le pagine sono quindi piene di ridondanze, di "immagini tipo" che tendevano a ripetersi, di dialoghi inconcludenti, in cui i personaggi perdono due pagine a parlare per poi non dirsi nulla. Però è altrettanto vero, sempre come detto dal buon Umberto, che questo allentamento del ritmo narrativo fa crescere nel lettore una specie di frenesia, che addirittura porta a schizzare avanti con lo sguardo per sapere cosa succede. E io ne sono stata presa in pieno, tanto che ho letto le ultime due parti in cui avevamo diviso il romanzo tutte d'un fiato, come fossero state una sola.

Infine, c'è la figura controversa del conte di Montecristo, che non è possibile assegnare nè alla parte dei "buoni", nè alla parte dei "cattivi": la sua vendetta è contemporaneamente immensamente giusta e immensamente sbagliata e il suo modo di fare è equivoco, a volte ammirevole, altre subdolo. Insomma, è uno di quei personaggi che non si dimenticano.

TAPPE
Prima tappa: cap. 1-12
Seconda tappa: cap. 13-23
Terza tappa: cap. 24-34
Quarta tappa: cap. 35-45
Quinta tappa: cap. 46-57
Sesta tappa: cap. 58-71
Settima tappa: cap. 72-81
Ottava tappa: cap. 82-94
Nona tappa: cap. 95-108
Decima tappa: cap. 109-118


GDL - Il conte di Montecristo. Nona e decima tappa

**SPOILER-POST!**

Date tappa: 21/11 - 11/12
Capitoli: 82-118
Discussione su anobii





Ed eccomi infine giunta all'ultima tappa. Si, perchè non sono riuscita a resistere e ho letto in un fiato le ultime 150 pagine rimaste.

Tragico, davvero. Meraviglioso e tragico: avevo la sensazione che Edmondo stesse andando troppo oltre e che mancasse poco perchè perdesse il controllo degli eventi, e così è stato; perchè nonostante l'apparenza, Edmondo è umano, e in quanto tale non è in grado di prevedere ogni cosa, anche se si sente inviato da Dio e dalla Provvidenza per punire i colpevoli. In realtà, quindi, la vendetta di Edmondo provoca molte vittime innocenti: prima Mercedes e Alberto, che dopo la vergogna piombata su Fernando e il suo suicidio lasciano tutto, compreso il nome Morcerf, e infine Edoardo, che pur essendo insopportabile e viziato, era comunque solo un bambino, sul quale non dovevano ricadere le colpe dei genitori. Quando finalmente Montecristo si rende conto di tutto ciò, egli vuole reagire a questo rimorso e vuole far svanire il dubbio che si è insinuato in lui di aver percorso la strada sbagliata: decide così di visitare la sua vecchia prigione, che ormai è diventata una specie di museo. Queste pagine sono molto commuoventi: Edmondo ripercorre passo dopo passo tutta l'esperienza della prigionia e alla fine riemerge dalla segreta del Castello d'If con la consapevolezza di aver agito nel giusto. Nonostante questo, Edmondo è davvero cambiato nel profondo e al bisogno di vendetta si è probabilmente sostituito un bisogno di pace per la sua anima, tanto che dopo aver raggiunto il suo ultimo nemico, Danglars, decide di non ucciderlo ma di perdonarlo.

Infine, una sola consolazione rimane a Dantès, ovvero l'essere riuscito a riunire Massimilano e Valentina e a donare almeno a loro la felicità. Le parole che Edmondo scrive a Morrel prima di partire per sempre con Haydee mostrano perfettamente che Dantès non sarà probabilmente mai più a posto con la propria coscienza: "Dite all'angelo che veglierà sulla vostra vita, Morrel, di pregare qualche volta per un uomo che, simile a Satana, per un momento si è creduto simile a Dio e ha riconosciuto, con tutta l'umiltà di un cristiano, che nelle mani di Dio soltanto sta il supremo potere e la infinita sapienza".

Montecristo impallidì a quell'orribile spettacolo, comprese che aveva oltrepassato i limiti della vendetta, comprese che non poteva più dire: "Dio è per me e con me". Si gettò con un sentimento d'angoscia inesprimibile sul corpo del bimbo, gli riaprì gli occhi, gli toccò il polso, e si lanciò con lui nella camera di Valentina, che chiuse a doppio giro.
«Gran città!» mormorò, chinando la testa e congiungendo le mani come pregando. «Non sono ancora sei mesi che ho oltrepassato le tue porte. Lo spirito della Provvidenza che credevo mi vi avesse condotto, ora me ne allontana trionfante. Il segreto della mia presenza fra le tue mura l'ho confidato soltanto a Dio, che solo ha potuto leggere nel mio cuore, solo sa che mi ritiro senza odio, né orgoglio, ma non senza dispiaceri, solo sa che non ho fatto uso né per me, né per vane cause, del potere di cui mi ha fornito. Oh gran città! Nel tuo seno palpitante ritrovai ciò che cercavo, minatore paziente, ho rimescolato le tue viscere per farne sortire il male, ora la mia opera è compiuta, quella che ho creduto mia missione è terminata, ora tu non puoi più offrirmi né gioie, né dolori: addio, Parigi! addio!»
«Sono quello che avete venduto, denunziato, disonorato; sono quello di cui avete prostituita la fidanzata; sono quello che avete calpestato per formare la vostra fortuna; sono quello al quale avete fatto morire il padre di fame... Vi avevo condannato a morire di fame, e invece vi perdono, perchè pure io ho bisogno di perdono: sono Edmondo Dantès!»

lunedì 17 ottobre 2011

GDL - Il conte di Montecristo. Ottava tappa

**SPOILER-POST!**

Date tappa: 21/11 - 27/11
Capitoli: 82-94
Discussione su anobii





Proseguo a tutta birra, travolta dagli eventi che ormai hanno formato una catena senza fine: uno tira l'altro, è come un fiume in piena, la cui corrente trascina i personaggi e le vicende senza più possibilità di fuga. L'unico che ha ancora il potere di allungare un ramo e portare qualcuno sulla riva è Edmondo, ma anche sotto di lui piano piano manca il terreno e tra poco si troverà a non poter fare più nulla per arrestare quel meccanismo che ha messo in moto.

In questi capitoli si completa la vendetta su due dei nemici di Edmondo: Calderousse, che spira dopo essere stato pugnalato a morte da Benedetto, e Fernando, che si suicida dopo che tutti i suoi tradimenti sono stati scoperti e la moglie e il figlio l'hanno abbandonato. Ad entrambi, Edmondo si rivela e i due momenti della verità sono talmente pieni di phatos da far venire la pelle d'oca. Inoltre, è finalmente arrivato il momento in cui Mercedes dichiara al conte di Montecristo di aver riconosciuto in lui Edmondo Dantés e il dialogo tra i due è davvero molto intenso, soprattutto perchè Edmondo le rivela la verità sul complotto (di cui le fornisce le prove) e su ciò che gli è accaduto nel periodo della prigionia. Immensamente commuovente il momento in cui Mercedes prega Edmondo di risparmiare suo figlio che, convinto dell'innocenza del padre, l'ha sfidato a duello per difenderne l'onore; Edmondo è pronto a farsi uccidere dal giovane, ma l'intervento di Mercedes riesce a sventare il duello e a far si che Alberto e il conte di Montecristo si separino da amici.

Veniamo infine aggiornati sui progressi degli avvelenamenti a casa Villefort: l'ultima vittima è Valentina. Fortunatamente per lei Noirtier, che è paralitico ma non stupido, aveva previsto questo nuovo avvelenamento e aveva iniziato a somministrare alla nipote una quantità di veleno sempre maggiore per abituare il corpo della ragazza; in questo modo, l'attacco dovuto ad un'improvvisa dose molto alta somministratale dalla matrigna non è stato mortale. Inoltre, ovviamente, la ragazza è automaticamente esclusa dai sospetti, e si spera quindi che presto la signora Villefort venga colta sul fatto e sbattuta in galera.
«Uno!» disse misteriosamente il conte, con gli occhi fissi sul cadavere già sfigurato per questa morte terribile.
«Mercedes!» ripetè Montecristo «Mercedes! Ebbene, si, voi avete ragione, questo nome è dolce ancora da pronunciare, ed ecco la prima volta, dopo lunghi anni, che risuona chiaro sulle mie labbra. Ah, Mercedes! Il vostro nome io l'ho pronunciato coi sospiri della malinconia, coi gemiti del dolore, colla rabbia della disperazione; l'ho pronunciato gelido per il freddo, attrappito sulla paglia della mia cella; l'ho pronunciato divorato dal caldo, l'ho pronunciato rotolandomi sul pavimento del carcere. Mercedes, bisogna che io mi vendichi, perchè ho sofferto per quattordici anni: per quattordici anni ho pianto, ho maledetto. Ora, io ve lo ripeto, Mercedes, bisogna che io mi vendichi!»

Sfida delle Letture in Lingua - 3a edizione

Sito ospite: aNobii

Siccome amo troppo questa sfida per permettere che venga abbandonata, ho deciso di provare ad occuparmene io per quest'anno: spero di essere all'altezza dei miei predecessori, ovvero Yuko86 (che ha creato la sfida) e Cami (che l'ha gestita l'anno scorso).

REGOLAMENTO:
1. La Sfida consiste nel leggere almeno 5 libri scritti in una qualunque lingua che non sia l'italiano; a parte questo, possono essere tutti nella stessa lingua o in lingue diverse, la scelta è lasciata al partecipante.
2. Il partecipante, quando si iscrive, deve scegliere un target di libri da leggere, partendo appunto dal minimo, già segnalato, di 5 libri; non c'è un target massimo, potete arrivare fino all'infinito, volendo.
3. Ovviamente, nel caso si raggiunga il target scelto prima del termine della sfida, è possibile rilanciare, anche più volte. (eventualmente possiamo stabilire un numero minimo di libri per il rilancio)
4. Valgono, per questa sfida:
- riletture
- libri inseriti in altre sfide
- libri con testo a fronte (ovviamente, bisogna leggere anche la parte in lingua!)
- edizioni scolastiche e/o ridotte
- ebook o libri cartacei: è ovviamente indifferente
5. Non valgono, per questa sfida:
-i libri di grammatica
6. La durata della sfida è pari ad un anno, dal 01/11/2011 al 31/10/2012.

Aggiornamenti
Discussione mensile/bimestrale nella quale ogni lettore indica le sue letture a mano a mano che legge ma ripetendo sempre la lista completa dei libri letti. 

LISTA LIBRI
1) Sense and Sensibility, Jane Austen
2) A Christmas Carol, Charles Dickens
4)
5)
6)
7)
8) 

domenica 16 ottobre 2011

GDL - Il conte di Montecristo. Settima tappa

**SPOILER-POST!**

Date tappa: 14/11 - 20/11
Capitoli: 72-81
Discussione su anobii





Posto un aggiornamento di seguito all'altro perchè in realtà questa parte, quella precedente e quella successiva, le ho lette quasi tutte d'un fiato. Siccome però voglio mantenere un minimo d'ordine, tento lo stesso di commentare in post differenti.

Le cose si complicano sempre di più e ormai il ritmo è davvero frenetico: la preparazione della fuga di Massimiliano Morrel e Valentina che viene mandata a monte dalla morte della signora di Saint-Meran (e a me è venuto il dubbio per la seconda volta che ci fosse di mezzo la signora Villefort) che però fa promettere al signor Villefort che il matrimonio con d'Epinay avvenga lo stesso e avvenga velocemente, l'annullamento del matrimonio grazie all'intervento decisivo di nonno Noirtier, che pur nella sua paralisi riesce a salvare la nipote e che poi viene risparmiato dalla morte per un colpo di fortuna che determina però la morte del suo servitore (la Villefort li sta accoppando tutti, la prossima sarebbe stata sicuramente Valentina - che per il momento, poveretta, è addirittura sospettata degli omicidi -, così il figlio avrebbe avuto tutta l'eredità), i destini di Andrea Cavalcanti che si intrecciano con quelli di Danglars (ovviamente a pieno svantaggio di quest'ultimo che mi sa proprio si ritroverà a far sposare sua figlia con un nullatenente e per di più delinquente) e quello di Alberto de Morcerf, figlio di Fernando e Mercedes, a quello di Haydee, la schiava greca di Montecristo, la quale scopriamo essere la figlia del Pascià di Giannina, morto per colpa del tradimento di Fernando. Infine, tanto per non farci mancare nulla, torna sulla scena Calderousse che nel tentativo di rubare in casa di Dantes, finisce per essere colpito a morte da Benedetto.

Insomma, un casino, e io in tutti questi intrecci continuo a rimanere con il fiato sospeso e una curiosità che mi divora e mi spinge ad andare avanti sempre più velocemente perchè voglio sapere cosa succede!!
"Ascoltatemi, mia adorata Valentina [...], le persone come noi, che non hanno mai avuto un pensiero di cui abbiano ad arrossire davanti al mondo, davanti ai parenti, e a Dio, possono leggere nel cuore l'uno dell'altro apertamente. Io non ho mai fatto il romantico, non sono un eroe malinconico, non rappresento nè un Manfredi, nè un Antony; ma senza parole, senza proteste, senza giuramenti, ho messo la vita in voi, voi mi venite meno, ed avete ragione di agire così, ve l'ho detto, ve lo ripeto, ma infine voi mi tradite, e la mia vita è perduta. Dal momento che vi allontanate da me, Valentina, io resto solo al mondo."

GDL - Il conte di Montecristo. Sesta tappa

**SPOILER-POST!**

Date tappa: 07/11 - 13/11
Capitoli: 58-71
Discussione su anobii





Non riesco più a fermarmi nella lettura! Ormai siamo nel cuore delle vicende e sta accadendo davvero di tutto. Ma andiamo con ordine: abbiamo lasciato Valentina, disperata perchè non sa più come fare ad annullare il matrimonio con Franz d'Epinay, affidarsi al nonno, il quale fa giungere un notaio e disereda la nipote nel caso in cui venisse data in moglie al barone. Nel frattempo, il conte di Montecristo si dà il suo bel daffare per compiere la sua vendetta nei confronti di Danglars e Villefort e così inizia, da una parte, a minare le risorse economiche del banchiere e la sua stabilità familiare, dall'altra sconvolge Villefort invitandolo a pranzo nella villa nella quale egli aveva fatto sparire il figlio nato dalla relazione con la signora Danglars. Quest'uomo è troppo intelligente: è incredibile come riesca ad orchestrare alla perfezione la sua vendetta, facendo un passetto alla volta, insinuando il seme del dubbio nelle sue "vittime" (e lo metto tra virgolette perchè, ovviamente, la vittima è sempre e comunuque lui).

Inaspettatamente, nei capitoli successivi a questo pranzo, torna a farci visita un personaggio che immaginavo prima o poi sarebbe ricomparso, ma non certo in questo modo: Caderousse, il quale è sempre più avido, viscido e schifoso. Scopriamo quindi che l'ex sarto conosce Benedetto (alias Andrea Cavalcanti) in quanto vecchi compagni di carcere e probabilmente di crimini successivi alla loro uscita dalla prigione, e sta cercando di sfruttare la sua posizione per ricattare il ragazzo ed ottenere dei vantaggi. Ovviamente Benedetto non mi fa nessuna pena e spero che anche lui paghi per le crudeltà commesse, anche se non direttamente nei confronti di Edmondo, però mi ha fatto proprio schifo l'immagine di quest'uomo subdolo che non si accontenta mai, che vuole sempre di più e che è disposto a tutto ed è pronto a commettere ogni genere di vigliaccheria per ottenere ciò che vuole.

Infine, tanto perchè non bastano le disgrazie, questa sesta parte si chiude con la notizia della morte del signor di Saint-Méran, ovvero nonno materno di Valentina e padre quindi della signorina di Saint-Méran, prima moglie di Villefort.

giovedì 13 ottobre 2011

Reading History - Le culture preistoriche

Modulo: La Preistoria
Pagine: 10-39


Letture correlate:
...
La lunghissima e più antica fase della vita degli uomini viene tradizionalmente chiamata "preistoria" e distinta dalla "storia" sulla base di un criterio rigido: è preistoria quella fase in cui gli uomini non conoscevano l'uso della scrittura e che di conseguenza non ha lasciato agli studiosi documenti scritti; solo con questi ultimi avrebbe invece inizio la vera e propria storia.
(Incipit)
Il capitolo sulla preistoria si apre con una questione molto importante: è corretto operare una divisione temporale tra preistoria e storia basandosi solo sulla comparsa della scrittura, come se questo fosse l'unico segnale di avanzamento culturale di una società? Inoltre, già il capitolo precedente aveva spiegato come ormai per gli storici abbiano una fondamentale importanza le fonti non scritte e come la ricerca archeologica sia ormai talmente avanzata e scientifica da permetterci di fare storia anche in assenza di documenti scritti. Successivamente viene illustrato il processo di ominazione, ovvero la diffusione della specie umana sulla terra (sia temporalmente che geograficamente).
Una serie di dossier sull'uso del fuoco, sulla costruzione di utensili e sull'arte rupestre arricchiscono il capitolo, che è comunque piuttosto riassuntivo essendo indirizzato a ragazzi di 14/15 anni ai quali non si possono certo far approfondire eccessivamente le tematiche riguardanti la ricerca archeologica.

Ciò che come sempre mi ha lasciata perplessa è che anche qui come in tutti i manuali di storia, indipendentemente che siano delle elementari, medie o superiori, viene presentata la teoria evoluzionistica di Darwin come una certezza scientifica del fatto che l'uomo deriva dalla scimmia. La teoria evoluzionistica, come dice il nome, è una TEORIA, non è dimostrata, nessuno ha ancora mai trovato l'anello mancante tra scimmia e uomo. Perchè i manuali scolastici devono insistere a farla passare per vera, assodata e sacrosanta? Il fatto poi che sia altamente probabile, che un sacco di scienziati possano ritenerla valida, pur se con delle differenze rispetto all'intero pensiero darwiniano, che io stessa nella mia ignoranza in materia la ritenga tale, rimane sempre una teoria.

Tornando al contenuto, ovviamente l'uomo non ha affrontato solo un'evoluzione fisica, ma anche socio-culturale. L'età della pietra (che va dalla comparsa dell'uomo a circa 4000 a.C.) si divide dunque in paleolitico, mesolitico e neolitico in base alla capacità dell'uomo nella lavorazione degli utensili e alla complessità delle strutture sociali.
Il linguaggio consentiva di operare meglio nello spazio attraverso lo scambio di informazioni. Ma consentiva anche di operare nel tempo: l'esperienza individuale e collettiva diventava un patrimonio del gruppo, si trasmetteva di generazione in generazione. Prendeva corpo la memoria sociale.

Il castello di Otranto

sfide: generi letterari
Titolo originale: The Castle of Otranto
Autore: Horace Walpole
Anno di pubblicazione: 1983
Editore: Theoria
Pagine: 155

Iniziato il: 11 ottobre 2011
Terminato il: 12 ottobre 2011
Valutazione: ★★★
Manfred, principe di Otranto, aveva un figlio e una figlia: quest'ultima, una bellissima giovanetta di diciotto anni, si chiamava Matilda. Conrad, il figlio, di tre anni più giovane, era bruttino e malaticcio, di carattere nient'affatto promettente; eppure era il prediletto del padre, che non mostrava mai nessun segno di affetto per Matilda.
(incipit)
Il castello di Otranto è, come si legge nell'indispensabile introduzione senza la quale sarei arrivata alla fine del libro senza capire il motivo per cui venga considerato un classico della letteratura fantastica, non solo il capostipite del genere gotico, ma addirittura la prima opera in cui l'autore mescola gli elementi fantasiosi e sovrannaturali tipici della letteratura pre-romanzo alle caratteristiche di adesione alla realtà, invece tipiche del romanzo. Nel castello di Otranto, Walpole attribuisce ai personaggi le parole e i comportamenti con cui qualsiasi persona reale reagirebbe al manifestarsi di elementi sovrannaturali (quindi da una parte l'incredulità e lo scetticismo, dall'altra la paura e l'incomprensione), anche se, ovviamente, secondo i canoni del '700. Vedendolo da questo punto di vista, si capisce come Il castello di Otranto sia davvero un'innovazione, e si possono accantonare tutti i suoi limiti che dipendono, prima di tutto, dal fatto che oggi abbiamo dei canoni di "horror" e "suspance" che sono ben diversi da quelli del '700. In secondo luogo la caratterizzazione dei personaggi non è esattamente approfondita e l'unico che ha un minimo di evoluzione psicologica è Manfred, anche se tutto ciò si riduce ad un continuo cambio di emozioni, dall'ira alla pena, al timore. Gli elementi tipici del genere, avendoli inventati lui, ovviamente ci sono tutti: l'amore contrastato e perduto, i conflitti interiori, il paranormale e, infine, l'ambientazione in un castello cupo ed inquietante, pieno di scale, passaggi segreti e innumerevoli stanze.

Nonostante non sia stata una lettura molto appassionante (fortunatamente è brevissimo), sono contenta di averlo letto, perchè in quanto accanita lettrice di romanzi fantasy, non potevo non conoscere l'autore che ha dato il via alla moderna letteratura fantastica.
Egli vide il figlio fatto a pezzi e quasi sepolto sotto un enorme elmo, cento volte più grande di qualsiasi elmo foggiato per un essere umano, ricoperto di una adeguata quantità di piume nere. L'orrore dello spettacolo, l'ignoranza di tutti, lì intorno, su come fosse capitata questa disgrazia e soprattutto il prodigio tremendo che gli si presentava lasciò il principe senza parole.
La porta era socchiusa; la sera cupa e nuvolosa. Aprendo pian piano la porta, vide qualcuno inginocchiato davanti all'altare. Quando si avvicinò, non gli sembrò una donna, ma una persona vestita di una lunga tunica di lana, che gli dava le spalle e pareva assorta nella preghiera. Il marchese stava per tornare indietro, quando l'altro si alzò e si soffermò qualche momento, immerso in profonda meditazione, senza guardarlo. Il marchese, pensando che quella figura devota gli stesse venendo incontro, volle scusarsi per averla scortesemente interrotta, e disse: - Reverendo padre, cercavo donna Hippolita. -Hippolita!- replicò con voce profonda. - Vieni dunque in questo castello per cercare Hippolita? E girandosi lentamente, la figura svelò a Frederic la bocca rinsecchita e le orbite vuote di uno scheletro, avvolto in una tonaca da eremita.

mercoledì 12 ottobre 2011

GDL - Il conte di Montecristo. Quinta tappa

**SPOILER-POST!**

Date tappa: 31/10 - 06/11
Capitoli: 46-57
Discussione su anobii





Non ci capisco più niente: Villefort doveva essere morto, ma non lo è (chi sarà allora ad essere stato ucciso da Bertuccio? O magari era lui, ma l'hanno salvato), adesso compaiono due attori che devono fingersi padre e figlio e inserirsi nella buona società di Parigi... ma perchè? chi sono? Sto iniziando davvero a fare confusione! Inoltre iniziano ad esserci un pò troppi personaggi in ballo e mi è già capitato un paio di volte di trovare un nome dato per conosciuto e pensare: "e questo chi è?" e dover andare indietro con le pagine per riuscire a ricordarmi dove era già comparso. Tra un po' mi sa che mi toccherà appuntarmi i nomi delle varie famiglie perchè tra figli, genitori, nipoti e fidanzate sto mescolando tutto: mi ritroverò a fare come con Cent'anni di solitudine, dove se non disegni l'albero genealogico dei Buendìa a mano a mano che leggi ti perdi tra le generazioni ed è la fine. A parte questi piccoli inconvenienti, devo dire che la lettura procede ad una velocità stupefacente: divoro pagine su pagine, sempre più curiosa di sbrogliare la matassa che invece più vado avanti, più si ingarbuglia. Finalmente inizia a svelarsi piano piano anche il mistero della greca che accompagna Edmondo, il cui padre ha una certa importanza nelle vicende, anche se ancora non sappiamo chi sia.

In questi capitoli Dumas ci ha accompagnato a scoprire la famiglia di Villefort che, fortunatamente, non è composta solo di individui abietti come lui: la figlia Valentina, infatti, e il padre (che abbiamo già conosciuto), sono quelli che si salvano, anche se purtroppo, come sembra di regola in questo romanzo, sono anche gli unici che soffrono; Valentina, infatti, è segretamente innamorata di Massimiliano Morrel ma promessa sposa di Franz d'Epinay, mentre il povero Noirtier è costretto da una paralisi su una sedia a rotelle e il suo unico modo di comunicare è il movimento degli occhi. Fortunatamente, però, sembra che le risorse del vecchio non si siano esaurite con la malattia, e nell'ultimo capitolo si apprestava a compiere, tramite il suo notaio, qualche azione che potrebbe forse cambiare il futuro di Valentina.

martedì 11 ottobre 2011

Sfida del Nord e del Freddo

 
 sito ospite: aNobii

REGOLAMENTO
1) A tutti gli amanti dei boschi scandinavi, dei fiordi norvegesi e del ghiaccio islandese, propongo la lettura di 8 libri di scrittori nordici così suddivisi:
N. 2 dalla Svezia (hei.. non c'è solo Stieg Larsson! :D)
N. 2 dalla Norvegia
N. 2 dalla Finlandia
N. 2 dall'Islanda

2) La sfida si svolgerà da Novembre 2011 a Febbraio 2012.

3) Valgono le riletture, gli e-book e i libri letti per le altre sfide!

4) C'è solo una regola, che gli scrittori siano nati nei Paesi appartenenti alla sfida o che siano stati naturalizzati in seguito durante la loro vita.

5) Il vincitore sarà colui che per primo terminerà la lettura degli 8 libri. Possiamo anche pensare di eleggere il lettore del mese durante la durata della sfida, ovvero la persona più avanti nella lettura in quel dato mese!

6) Le iscrizioni si chiudono a mezzanotte del 31 Ottobre 2011.

7) Si può postare una lista oppure no! Come preferite!

ELENCO LIBRI
1. Jonas Jonasson, "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" (SVEZIA)
2. Björn Larsson, "Il cerchio celtico" (SVEZIA)
3. Jostein Gaarder, "Il castello dei Pirenei" (NORVEGIA)
4. Haff Bergljot Hobaek, "Il rogo" (NORVEGIA)
5. Arto Paasilinna, "L'anno della lepre" (FINLANDIA)
6. Arto Paasilinna, "Prigionieri del paradiso" (FINLANDIA)
7. Thor Vilhjálmsson, "La corona d'alloro" (ISLANDA)
8. Halldór Laxness, "Sotto il ghiaccio" (ISLANDA)

GDL - Il conte di Montecristo. Quarta tappa

**SPOILER-POST!**

Date tappa: 24.10/30.10
Capitoli: 35-45
Discussione su anobii





In questi capitoli conosciamo meglio il "nuovo" Edmondo, ovvero colui che si fa conoscere come conte di Montecristo. Se devo dire la verità, non mi piace per niente il nuovo personaggio che si è costruito intorno e spero vivamente che sia tutta una finzione per raggiungere i suoi scopi, altrimenti significa che le nuove ricchezze gli hanno dato alla testa e l'hanno reso spocchioso; mi riferisco non tanto a come si comporta con gli altri ricchi (quello è giustificabile proprio con il suo tentativo di rendere credibile la figura del conte), quanto con i suoi servitori. Ad esempio, non mi è piaciuto il modo in cui tratta Bertuccio, che lo accompagna terrorizzato nella sua nuova casa ad Auteuil, ma soprattutto per come tratta Alì.

Finalmente veniamo a capire come mai Edmondo abbia avvicinato proprio Franz d'Epinay e Alberto de Morcerf: il secondo è nientepopòdimenoche... il figlio di Mercedes!! Mi è piaciuta tanto la scena in cui finalmente la rivede, dopo circa vent'anni; ovviamente non si fa riconoscere, ma si percepisce la sua emozione nascosta dietro la fredda maschera che si è costruito e Mercedes intuisce qualcosa, tanto da sbiancare quando se lo trova di fronte e da riempire il figlio di domande sull'età del conte e sul suo passato. Non vedo l'ora che arrivi (sperando che arrivi) il momento in cui si riabbracceranno. C'è anche un'altra persona, molto meno gradita, che Edmondo riesce finalmente ad avvicinare in questi capitoli: Danglars. Anche con lui, Edmondo mantiene l'anonimato, anche se si concede la soddisfazione di dargli un paio di stoccate durante la loro conversazione che fanno capire immediatamente al banchiere che ha a che fare con un osso duro. Infine scopriamo anche cosa è accaduto all'ultimo personaggio mancante nel quadro: Villefort, che sembra aver avuto quello che meritava essendo stato ucciso proprio da Bertuccio, l'intendente di Edmondo (che, naturalmente, l'ha assunto proprio per quel motivo).

Ho trovato molto divertente il capitolo del rapimento di Alberto a Roma (a questo punto immagino che sia stato tutto pianificato ad hoc da Edmondo e Vampa per far si che Alberto si sentisse in debito e lo invitasse a Parigi) - soprattutto per la reazione del rapito e per il fatto che lui e Luigi Vampa parlavano tra loro come se fossero due gentiluomini che, invece di trovarsi insieme in una catacomba, si sono incontrati ad un ricevimento e fanno tranquillamente conversazione - e incredibile la descrizione del carnevale a Roma; Dumas riesce veramente a trasportarmi in altri tempi e in altri luoghi. Al contrario mi ha stupito il racconto del crimine commesso da Calderousse: è vero che era avido e vigliacco, ma non mi sarei mai aspettata che sarebbe stato capace di uccidere il gioielliere per recuperare il diamante dopo aver incassato il denaro della vendita. Spero che abbia quello che si merita.
«Guardate, guardate...» disse il conte, afferrando ciascuno dei dei due giovani per la mano, «guardate, perchè, sull'anima mia, è una cosa curiosa: ecco un uomo che era rassegnato alla sua sorte, che camminava al patibolo, che andava a morire come un vile, è vero, ma pure andava a morire senza resistenza e senza recriminazione. Sapete ciò che gli dava qualche forza? Sapete ciò che lo consolava? Sapete ciò che gli faceva prendere il supplizio con pazienza? Era un altro che divideva le angosce, un altro che moriva come lui, un altro che moriva prima di lui. [...] l'uomo, a cui Iddio ha imposto per prima, per unica, per suprema legge l'amore del prossimo, l'uomo a cui Iddio ha dato la parola per esprimere il pensiero, ora vedetelo qui con i vostri propri occhi, che va sulle furie perchè va a morir solo, perchè sa che il compagno è salvo.In verità, non me lo sarei mai aspettato! Ecco là, non più terrore, non più rassegnazione; oh, disgraziata creatura, quanto lacrimevole è la tua sorte.»
In dieci minuti, quarantamila lumi scintillarono, discendenti da piazza Venezia a piazza del Popolo, e risalenti da quella del Popolo a quella di Venezia. Si sarebbe detta la festa dei fuochi fatui. Chi non ha veduto questa festa, è impossibile che se ne possa formare un'idea. Supponete che tutte le stelle si stacchino dal cielo, e vengano a formare sulla terra una danza insensata, il tutto accompagnato da grida che orecchio umano non ha mai potuto sentire sulla superficie del globo. E' particolarmente in questo momento che non c'è più distinzione sociale. Il facchino attacca il principe, questi il trasteverino, il trasteverino il borghese, ciascuno soffiando, spegnendo, riaccendendo.

domenica 9 ottobre 2011

Chocolat

sfide: a tema, alfabeto
Titolo originale: Chocolat
Autore: Joanne Harris
Anno di pubblicazione: 1999
Editore: Garzanti
Pagine: 338

Iniziato il: 06 ottobre 2011
Terminato il: 09 ottobre 2011
Valutazione: ★★★★
Siamo arrivate con il vento del carnevale. Un vento tiepido per febbraio, carico degli odori caldi delle frittelle sfrigolanti, delle salsicce e delle cialde friabili e dolci cotte alla piastra proprio sul bordo della strada, con i coriandoli che scivolano simili a nevischio da colletti e polsini e finiscono sul marciapiede come inutile antidoto contro l'inverno. C'è un'eccitazione febbrile nella folla disposta lungo la stretta via principale, i colli che si allungavano per vedere il carro fasciato di carta crespata, con i suoi nastri svolazzanti e le coccarde di cartoncino.
(incipit)
Incantevole. Non potrei usare altra parola per descrivere questo romanzo nel quale cioccolato, magia e amore creano una combinazione che riscalda il cuore. E non solo dei lettori.

L'arrivo di Vianne Rocher e di sua figlia Anouk, sconvolge la vita di Lansquenet-sous-Tannes, un piccolo paesino di provincia adagiato in riva ad un fiume. Gli abitanti assistono prima con sospetto, poi con crescente curiosità all'apertura de La Céleste Praline, una piccola cioccolateria luminosa, le cui vetrine sono decorate con sculture di zucchero, carta increspata e nastri dorati, e che sembra quasi fuori luogo nella piazza del paese, proprio di fronte all'austera chiesa. Vianne, per di più, è completamente diversa da ogni altro abitante di Lansquenet: non ha un marito (e non è vedova), non va in Chiesa, veste con abiti colorati ed ha un modo di fare espansivo e accogliente, che lentamente riesce ad attrarre e conquistare i sospettosi compaesani. Non tutti, però, sono felici del suo arrivo, per primo il prete del luogo, Francis Reynaud, che vede in lei una cattiva influenza per il suo gregge, a suo dire già abbastanza disperso.

Avevo visto anni fa il film con Juliette Binoche e Johnny Depp e mi ricordo che mi era piaciuto tantissimo, soprattutto per l'atmosfera calda e accogliente che contrastava con il freddo del paese e dei suoi abitanti, e che si respira anche tra le pagine del libro, il quale secondo me risulta più cupo in molti punti. La storia è prevalentemente narrata dal punto di vista di Vianne, anche se quà e là incontriamo alcuni capitoli nei quali la voce narrante è quella di Reynaud. Il contrasto tra i due narratori è lampante: le parti del romanzo viste con gli occhi di Vianne sono calde e profumate, e anche quando traspare una nota di tristezza e di malinconia, questa è sempre colorata dall'energia e dall'amore che la donna emana ad ogni passo. Al contrario le parti narrate dal curato sono come l'interno della sua chiesa: buie, fredde e pervase di diffidenza e di rancore, oltre che da un cieco bigottismo.

Moltissimi sono i personaggi le cui vite si intrecciano con quella di Vianne, ciascuno con un ruolo ben definito all'interno del racconto e che si dividono tra coloro che si affezionano alla donna e alla sua chocolaterie e coloro che invece continuano a vederla con cieca diffidenza e a tramare per liberarsi di lei. La mia preferita, fin dalla sua prima apparizione, è stata Armande: è fantastica perchè intelligente, acuta, senza peli sulla lingua e che non si fa prendere in giro da nessuno. Anche Joséphine è un personaggio a cui è impossibile non affezionarsi, ed è quella che compie l'evoluzione psicologica più importante. In generale, non c'è personaggio che sia uguale a sé stesso dall'inizio alla fine del romanzo e questo è uno degli aspetti a cui faccio sempre molta attenzione non amando particolarmente le figure statiche; ciascuno degli abitanti di Lansquenet subisce un cambiamento, piccolo o grande che sia, grazie alla vicinanza di Vianne; e Vianne stessa, per la prima volta, subisce anche lei dei grandi cambiamenti. Per quanto riguarda la storia d'amore, che nel film prende una buona parte della trama, nel libro praticamente non esiste (Vianne e Roux passano una notte d'amore, dalla quale lei si ritroverà incinta, ma al termine del racconto si fa accenno al fatto che Roux è innamorato di Joséphine) mentre viene dedicato uno spazio molto maggiore ai rapporti tra Vianne e i suoi compaesani e alla "lotta" con Reynaud, che rappresenta il bigottismo e l'ipocrisia tipici di certi ambienti di Chiesa (di gente così ne si trova in tutte le parrocchie, fortunatamente non sempre sono preti).

Nel complesso, un libro estremamente piacevole, intenso e che si lascia gustare come gli squisiti cioccolatini de La Celeste Praline.

In questa regione abbagliante la gente è scialba. Il colore è un lusso; non sta bene portarlo. I fiori colorati sul bordo della strada qui sono erbacce, invadenti, inutili.
Reggevamo una candela ciascuna, Anouk soffiava nella sua trombetta-giocattolo mentre io battevo un cucchiaio di metallo in una vecchia padella, e per dieci minuti abbiamo pestato i piedi girando in tondo in ogni stanza, gridando e cantando a squarciagola - Fuori! Fuori! Fuori! - fino a quando i muri non si sono messi a tremare e i fantasmi disturbati non sono scappati [...] Ovviamente, so che è solo un gioco. Incantesimi per consolare una bambina spaventata. Ci sarà del lavoro da fare, lavoro duro, prima che tutto questo diventi realtà. Ma per ora basta sapere che la casa ci dà il benvenuto, come noi la accettiamo con gioia.
«Conosco il vento che vi ha portate», ha detto Armande intensamente. «L'ho sentito. Martedì Grasso, giorno di carnevale. Les Marauds sono pieni di gente del carnevale: zingari, spagnoli, ambulanti, pieds-noirs e indesiderabili. Vi ho riconosciute subito, tu e la tua bambina - e come ti fai chiamare questa volta?»
«Vianne Rocher». Ho sorriso. «E questa è Anouk».
Richiude di nuovo gli occhi, e io comincio a cantare piano:
"V'là l'bon vent, v'là l'joli vent,
V'là l'bon vent, ma mie m'appelle..."
Sperando che questa volta rimanga una ninna-nanna.
Che questa volta il vento non senta. Che questa volta... per piacere, solo questa... se ne vada senza di noi.
(explicit)

GDL - Il conte di Montecristo. Terza tappa

**SPOILER-POST!**

Date tappa: 17.10/23.10
Capitoli: 24-34
Discussione su anobii





Ebbene si, il tesoro c'è davvero! E che tesoro: una cascata di diamanti, rubini, perle e monete che renderebbero pazzo chiunque si trovasse tra le mani qualcosa del genere. Edmondo però, che non ha affatto dimenticato le sue promesse e le sue sofferenze, decide di utilizzare questa enorme eredità per scoprire esattamente cosa è successo dopo il suo arresto, e avere la certezza che ciò che Faria gli aveva predetto fosse vero. Il racconto di Calderousse ha soddisfatto pienamente tutte le mie curiosità rispetto a ciò che è avvenuto in quei quattordici anni di prigionia ed è stato con una certa emozione che ho raccolto le informazioni sulla grande carriera di Danglars e Fernando e sulla disgrazia che invece ha colpito Calderouss e il povero Morrel, perchè già immagino che Edmondo farà in modo di invertire le sorti di queste persone, vendicandosi sui primi e aiutando e soccorrendo i secondi (Calderousse in realtà è piuttosto vigliacco e avido, ma Edmondo, pur rendendosene conto, decide di aiutarlo comunque, dato che l'uomo non ha in realtà complottato contro di lui e ha addirittura ammesso le sue colpe). Ho trovato immensamente commuovente tutto il capitolo sui Morrel, e sono stata così felice e sollevata che Edmondo sia riuscito ad aiutarli pur mantenendo l'anonimato (e facendosi invece conoscere con lo pseudonimo di Sinbad il Marinaio), che mi sono sentita subito pronta ad assistere ai suoi progetti di vendetta contro Danglars e Fernando (il quale, scopriamo, è riuscito davvero a sposarsi Mercedes). Gli ultimi quattro capitoli, invece, aprono una parentesi di cui in questo momento ancora non sono riuscita a cogliere il collegamento con il resto della storia (ma sono certa che verrà spiegato presto); vengono infatti introdotti due nuovi personaggi che in apparenza non hanno nulla in comune tranne di aver conosciuto Edmondo in due diverse occasioni, anche se a loro si è presentato sempre come Simbad il Marinaio: il primo è il barone Franz d'Epinay, l'altro il bandito Luigi Vampa. Ho provato a scorrere indietro le pagine per riuscire a trovare qualche particolare che mi era sfuggito per identificare questi due personaggi, ma non sono riuscita a trovare nulla; come ho già detto, sicuramente tra qualche capitolo tutto verrà spiegato, quindi adesso proseguo con la lettura.
Aveva bisogno di rivedere il suo oro e nello stesso tempo sentiva che non aveva la forza di sostenerne la vista. Per un momento compresse le mani sulla testa, come per impedire alla testa di fuggire; poi si lanciò tra le rocce dell'isola senza seguire, non dirò un sentiero, perchè nell'Isola di Montecristo non ve ne sono, ma una direzione stabilita; faceva fuggire le capre selvagge e spaventava e spaventava gli uccelli marini con le sue grida e i suoi gesti.
«Se io vivo tutto è perduto; se io vivo, la premura si cambia in dubbio, la pietà in accanimento; se io vivo, non sono più che un uomo che ha mancato alla sua parola, che ha fallito i suoi impegni, non ho più infine che la bancarotta. Se muoio, al contrario, pensaci bene, Massimiliano, il mio cadavere è quello di un onest'uomo disgraziato. Vivo, i miei migliori amici eviterebbero la mia casa; morto, Marsiglia intera mi seguirà piangendo fino all'ultima mia dimora. Vivo, tu avresti onta del mio nome; morto, puoi alzare la testa e dire ad alta voce: "Sono il figlio di colui che si è ucciso, perchè costretto per la prima volta a mancare alla sua parola".»
(Signor Morrel)

mercoledì 5 ottobre 2011

GDL - Il conte di Montecristo. Seconda tappa

**SPOILER-POST!**

Date tappa: 10.10/16.10
Capitoli: 13-23
Discussione su anobii





Mi arrendo subito al fatto che nel giro di un paio di settimane avrò terminato questo romanzo: è troppo coinvolgente e ben scritto per meritarsi di essere sbocconcellato fino a dicembre (con il rischio che a metà strada perda il filo del discorso) e per condividere la mia attenzione con altri libri. No, voglio farmi avvolgere dal racconto senza distrazioni. Comunque mi piace commentare per blocchi di capitoli, cosa che mi permette di entrare più nel dettaglio rispetto ad una recensione generica e di potermi confrontare con gli altri lettori del gdl a mano a mano che mi raggiungeranno.
Dopo aver momentaneamente abbandonato Edmondo al suo destino dopo l'arrivo al carcere e aver seguito le vicende politiche che modificano gli equilibri della Francia in quei giorni, torniamo nella cella della segreta in cui è imprigionato il povero ragazzo. La narrazione della sua prigionia è straziante, perchè Dumas riesce a trasmettere tutti gli stadi delle emozioni provate da Dantés durante gli anni di prigionia, che passano anche attraverso la scomparsa della speranza e l'intenzione di uccidersi lasciandosi morire di fame. Fortunatamente, la comparsa sulla scena del prigioniero numero 27 salva Edmondo da questi suoi proposti e gli restituisce la speranza. In questi capitoli mi sono affezionata moltissimo al personaggio di Faria, un uomo che ha illuminato e cambiato la vita di Edmondo: è grazie a lui che Dantés riesce a non impazzire, è grazie a lui che ritrova la speranza, è grazie a lui che ottiene gli strumenti e le conoscenze che gli permetteranno di mettere a punto la sua vendetta. Mi è dispiaciuto moltissimo che, dopo tutta la fatica fatta, quest'uomo dovesse morire così, ma l'aspetto positivo è che Faria riesce ad aiutare Dantès anche da morto: la trovata di Edmondo di sostituirsi al cadavere per essere condotto fuori dalla prigione è davvero geniale, e se devo dire la verità, non ci avevo minimamente pensato (se mi fossi trovata al posto suo, sarei probabilmente rimasta a marcire nella cella). D'altro canto, Dumas è riuscito a farmi mormorare un solidale "Oh, mamma, e adesso come fa?" quando scopriamo insieme al povero Edmondo che il cimitero del Castello d'If altro non è che il mare. E lui che si preoccupava di poter avere troppa terra sopra la testa nel momento in cui l'avrebbero sepolto!
Sono rimasta con il fiato sospeso per tutta la durata della fuga di Dantès, sperando insieme a lui prima che venisse tratto in salvo, poi che i contrabbandieri non si rendessero conto di avere a bordo un evaso; continuo a sorprendermi di quanto questo romanzo mi coinvolga, era da tempo che non mi capitava in modo così intenso e mi rendo conto che Il conte di Montecristo è probabilmente l'opera migliore di Dumas padre: I tre moschettieri, pur essendomi appassionata alle avventure di D'Artagnan e compagni, non aveva avuto lo stesso effetto che le vicissitudini di Edmondo hanno su di me.
Finalmente, alla fine del 23° capitolo, Dantès riesce a raggiungere l'Isola di Montecristo, dove Faria gli ha garantito esservi nascosto un immenso tesoro di cui il ragazzo (anche se adesso dovrei dire uomo, avendo trascorso 14 anni in prigione e avendone dunque 33) è ormai diventato il padrone, essendo stato nominato in punto di morte da Faria suo unico erede. Nelle ultime righe, Edmondo si appresta, anche se con un certo scetticismo, ad esplorare le grotte dell'isola dove dovrebbe essere sepolto il tesoro. Ci sarà davvero?
[...] per l'uomo felice, la preghiera rimane un assieme monotono e vuoto di senso, finché il giorno del dolore viene a spiegare all'infelice questo linguaggio per mezzo del quale parla a Dio.
"I decreti del cielo sono ben reconditi e misteriosi! Qual'è dunque la mente della Provvidenza, quando abbassa l'uomo che aveva esaltato, ed esalta quello che aveva abbassato?"
(Faria)
Così tutto era finito. Una materiale separazione esisteva di già fra Dantès e il vecchio amico: egli non poteva vedere più i suoi occhi rimasti aperti per guardare al di là della morte; non poteva più stringere quella mano industriosa che aveva sollevato il velo che copriva tante cose nascoste. Faria, l'utile, il buon compagno al quale si era unito con tanto interesse, non esisteva più che nella sua memoria! Allora si sedette ai piedi di quel letto terribile e s'immerse in una cupa e amara melanconia.
Solo, era ritornato solo!

martedì 4 ottobre 2011

Volo (Saga di Septimus Heap #2)

sfide: serial readers, fantasyosa, mattonazzi, torniamo ragazzi, incrociata, solo donna

Titolo originale: Flyte
Autore: Angie Sage
Anno di pubblicazione: 2006
Editore: Salani
Pagine: 512

Iniziato il: 01 ottobre 2011
Terminato il: 04 ottobre 2011
Valutazione: ★★★★★

E' notte notte alle Melme di Marram: la luna piena brilla sulle acque scure e illumina gli Esseri notturni impegnati nelle loro faccende. Nell'aria domina il silenzio, interrotto di tanto in tanto dal gorgoglio della Melma Mobile mentre le creature che la abitano si avviano al banchetto. Un'enorme nave con l'equipaggio al completo è affondata nella palude e gli Esseri sono affamati...ma dovranno lottare contro i Brunetti della Melma Mobile per accaparrarsi gli avanzi. Ogni tanto una bolla di gas porta in superficie un pezzo della nave; grosse tavole e frammenti di albero ricoperti da uno spesso strato di pece nera galleggiano sulle acque torbide.
(incipit)
Un po' meno divertente del libro precedente, ma altrettanto appassionante, Volo ci riporta fin dalle prime pagine nelle Melme di Marran la sera della cena dell'Apprendista. Su una barchetta un losco figuro aiuta lo scheletro di Dom Daniel ad emergere dalla melma e lo riconduce nel suo regno. Il losco figuro in questione, purtroppo, altri non è che Simon Heap, deluso di non essere stato scelto come apprendista di Marcia e invidioso di Septimus, che appena arrivato ha già sconvolto la sua vita e quella della sua famiglia, soffiandogli anche l'incarico che aveva sempre desiderato. Il ragazzo, quindi, decide di vendicarsi diventando Apprendista di Dom Daniel con la speranza che i piani del suo padrone per tornare ad essere Mago StraOrdinario abbiano successo e lui possa finalmente diventare il vero Apprendista del Mago StraOrdinario.

Anche questo volume è molto movimentato e avventuroso, con una serie di colpi di scena molto carini, come la ricomparsa di Ragazzo 409 e del padre di Jenna, Milo. Questa volta sono i genitori Heap che vengono messi più in secondo piano, mentre seguiamo da vicino le avventure di Jenna e Septimus, la prima in fuga, il secondo alla sua ricerca, che vengono aiutati da vecchi e nuovi personaggi, ovviamente ciascuno dotato del "tocco" di Angie Sage, che riesce a rendere unici anche i personaggi più marginali. Anche qui ci sono delle trovate davvero simpatiche e originali, come il viaggio nei Tunnel di Ghiaccio, la fuga dalla Congrega delle Streghe o la nascita del drago Sputa Fuoco, e un sacco di Incantesimi affascinanti, primo fra tutti quello che dà il titolo al volume, l'antichissimo e potente Incantesimo del Volo. E' davvero incredibile quanto questa saga sia capace di assorbirmi, è come se aprendo il libro subissi anch'io un Incantesimo che mi impedisce di interrompere la lettura.

Un'altra caratteristica che mi piace sempre è la parte finale del libro con il resoconto delle vite dei personaggi secondari o per le comparse (che si solito vengono sfruttate solo per il tempo in cui servono e poi dimenticati); mentre in Magya veniva raccontato cosa accadeva loro in seguito alle avventure di cui avevamo appena letto, in Volo viene raccontata la loro storia precedente all'inzio delle vicende, e questi raccontini sono uno più divertente dell'altro.
Il Magazzino Libri e Amuleti Selvatici era fiocamente illuminato e aveva un odore animalesco. L'ambiente consisteva in due lunghe file di alti scaffali paralleli protetti con sbarre di ferro, dietro le quali i Libri Selvatici erano ammassati l'uno contro l'altro. Mentre seguiva con circospezione Beetle lungo lo stretto corridoio tra gli scaffali, Septimus sentì alle spalle un coro di ringhi, fruscii sinistri e rumori di unghie che grattavano mentre i libri si agitavano dietro le sbarre arrugginite

GDL - Il conte di Montecristo. Prima tappa

**SPOILER-POST!**

Date tappa: 03.10/09.10
Capitoli: 1-12
Discussione su anobii





Ieri sera ho iniziato la mia prima lettura de Il Conte di Montecristo, libro che ho sempre desiderato leggere ma che, per un motivo o per l'altro, è sempre rimasto a prender polvere. Essendo un gdl mi ero ripromessa di cercare di tenere il ritmo, almeno all'inizio, ma proprio non ce l'ho fatta: le vicende di Edmond mi hanno catturata e ho terminato la prima tappa in poche ore, prima di dormire. Ciò che più mi ha colpito di questi primi 12 capitoli è l'incredibile vividezza di tutte le situazioni descritte: i dialoghi, le ambientazioni, le emozioni... Faccio solo un'esempio, che però mi è rimasto impresso: il momento in cui il pranzo di fidanzamento di Edmond e Mercedes viene interrotto dalle guardie. E' stato come un crescendo: le portate, le voci allegre dei commensali, le battute e poi un piccolo cambiamento improvviso, lo sguardo di Fernando (notato solo da Danglars), poi i passi e il rumore delle armi che provocano un calo del vociare nella stanza fino al silenzio, l'inquietudine a cui segue il terrore nel momento in cui i soldati piombano nella stanza al grido di "Nel nome della legge!".
La contestualizzazione storico-politica del romanzo è incredibilmente interessante, sia quando viene affrontata tramite una normale introduzione da parte dell'autore, sia tramite le classiche discussioni "da tutti i giorni", come quella che avviene durante il pranzo di fidanzamento del sostituto procuratore Villefort. Proprio Villefort è uno dei personaggi che mi ha indignata più di tutti, esattamente come Caderousse, perchè sono entrambi dei vigliacchi che decidono volontariamente di distruggere la vita di un uomo innocente per "pararsi le spalle"; Fernando e Danglars sono spinti dall'invidia e provano odio nei confronti di Edmond, gli altri due, invece, sono solo spinti dalla paura di perdere ciò che hanno, il che, secondo me, è ancora peggio. Il povero Edmond, invece, ha attirato immediatamente la mia simpatia e so già che il suo destino mi coinvolgerà moltissimo e condividerò con lui ogni singola emozione.

Edmondo e Mercedes erano tra le braccia l'una dell'altro.
Il sole ardente di Marsiglia che penetrava per l'apertura della porta, li inondava di un torrente di luce.
Sulle prime non videro niente di ciò che li circondava, una felicità immensa li isolava da questo mondo; non si parlavano che con quelle parole tronche che sono lo slancio della più viva gioia, e sembrano accostarsi all'espressione del dolore.
"Partiamo?" domandò la dolce voce di Mercedes. "Suonano le due e siamo aspettati alle due e un quarto."
"Sì, sì, partiamo" disse vivamente Dantès.
"Partiamo" ripeterono in coro tutti i convitati. Nel medesimo istante Danglars che non perdeva di vista Fernando assiso al parapetto della finestra, lo vide aprire due occhi spaventati, alzarsi come per un sussulto e ricadere sul suo posto. In quello stesso momento un sordo rumore rintronò sulle scale, un fragore di passi ed un mormorio di voci, confuso all'urtarsi di armi, superò le esclamazioni dei convitati per quanto fossero chiassose e attirò l'attenzione generale, che si manifestò in un istante con un inquieto silenzio.
Il rumore si avvicina, tre colpi percuotono la porta, ciascuno guarda il suo vicino con sorpresa.
"In nome della legge!" gridò una voce, a cui nessuno rispose.
La porta si apri, e un commissario, cinto della sua sciarpa, entrò nella sala seguito da quattro soldati armati, condotti da un caporale.
L'inquietudine diede posto al terrore.
"Voi assistevate al pranzo del vostro fidanzamento?" disse il sostituto, rabbrividendo suo
malgrado.
"Sì, signore, sono sul punto di sposare una donna che amo da tre anni!"
Villefort, sebbene d'ordinario impassibile, fu colpito da questa coincidenza; e quella voce commossa di Dantès sorpreso in mezzo alla sua felicità, andò a svegliare una fibra simpatica nel fondo della sua anima.
Egli pure si ammogliava, egli pure era felice e si veniva a disturbare la sua felicità perché contribuisse a distruggere la gioia di un uomo, che, come lui, già toccava la felicità!
Un solo pensiero lo faceva soprattutto trasecolare, ed era che, durante quella traversata, in cui ignorando il luogo ove era condotto, era rimasto calmo e tranquillo, avrebbe potuto ben dieci volte gettarsi in mare, ed una volta in acqua, grazie all'esperienza che faceva di lui uno dei più abili nuotatori di Marsiglia, sparire sott'acqua, sfuggire ai suoi guardiani, guadagnare la costa, salvarsi, nascondersi in qualche luogo deserto, attendere un bastimento genovese o catalano, raggiungere l'Italia o la Spagna, e di là scrivere a Mercedes che venisse da lui.
Quanto alla sua vita, in qualsiasi contrada poteva stare tranquillo; in ogni luogo i buoni marinai sono rari; parlava l'italiano come un toscano, e lo spagnolo come un figlio della vecchia Castiglia.
Sarebbe vissuto libero, felice con Mercedes, con suo padre, perché suo padre sarebbe
venuto a raggiungerlo.
Invece ora era prigioniero, chiuso nel Castello d'If, in quella troppo sicura prigione, non sapendo cosa accadeva a suo padre, cosa accadeva a Mercedes, e tutto ciò perché aveva creduto alla parola di Villefort.
C'era da diventare pazzi.

domenica 2 ottobre 2011

Un mese in un post - Settembre 2011


Questo mese ho deciso di aggiornarmi con tutte le sfide a cui fino ad ora non mi ero iscritta perchè mi erano sfuggite. Lo so, sono profondamente masochista, anche perchè so che dopo un po' perdo il ritmo, ma non riesco davvero a resistere. Le nuove sfide sono Sfida a tema, Sfida incrociata, Sfida della francofonia II, Sfida del bersaglio, Sfida generi letterari, Sfida dei percorsi di senso, Sfida del mistero, Sfida ARTBOOK. Inoltre, ho concluso vittoriosamente la Sfida delle letture in lingua leggendo tutti i 7 libri che mi ero prefissata!!
Settembre è stato anche il mese delle saghe: ho concluso quella di Ramses, ripreso a leggere quella di Septimus Heap (dato che è uscito il nuovo volume) e inziata una nuova real-fantasy (così è definita sul retro di copertina) di un'autrice esordiente. Ho anche scoperto una nuova autrice di cui purtroppo non avevo mai sentito parlare: Enid Blyton, una donna con una fantasia immensa che ha scritto centinaia e centinaia di libri per ragazzi. E' pane per i miei denti!
Infine inauguro una nuova sezione di questo resoconto mensile avendo iniziato, sull'onda di una sfida che prenderà il via ad ottobre, a leggere fumetti!! Pur non essendo mai stata un'appassionata del genere (diciamo che ho sempre letto solo Topolino&Co.) mi incuriosiscono molto e mi pongo un obiettivo per me difficilissimo:  riuscire a capire cosa ci trovi la gente nei manga giapponesi!! ^_^


Libri letti:
Il fiore degli abissi di Leonilde Bartarelli, Ed. Montag, 204 p.
L'ultimo nemico di Christian Jacq, Mondadori, 379 p.
The Notebook di Nicholas Sparks, New Ed., 272 p.
Magya di Angie Sage, Salani, 549 p.
The Enchanted Wood di Enid Blyton, Ed. Dean, 185 p.
Il cerchio si è chiuso di Loredana La Puma, Ed. La Penna Blu, 490 p.
Harry Potter and the Prisoner of Azkaban di J.K. Rowling, Bloomsbury, 320 p.
Lili e lo sceriffo di Klaus-Peter Wolf, Piemme, 79 

N° libri del mese: 8 - N° pagine del mese: 2478


Cover Originali (solo per libri stranieri)

Cover Italiane (solo per i libri letti in lingua originale)
 
Libri ricevuti, acquistati, scambiati:
Il cerchio si è chiuso di Loredana La Puma, Ed. La Penna Blu, 490 p. (catena di lettura)
Rycerca, di Angie Sage, Ed. Salani, 528 p. (acquistato)

Fumetti:
Cattivik n.1 di Silver, ACME
Cattivik n.2 di Silver, ACME
Attacker You! Vol.01, di Jun Makimura, Star Comics
Attacker You! Vol.02, di Jun Makimura, Star Comics
Attacker You! Vol.03, di Jun Makimura, Star Comics

-------------------------------------------------------------------------

Film:

Attacker You! Vol.3

Autore: Jun Makimura
Editore: Star Comics
Volumi totali: 3

Iniziato il: 30 settembre 2011
Terminato il: 30 settembre 2011
Valutazione: ★★★



Ultimo episodio di Attacker You!, che è stato decisamente più breve degli altri (è lungo infatti solo metà volumetto, l'altra metà contiene un fumetto stupidissimo su dei pirati che ho accantonato subito). Yu e le sue compagne stanno competendo nell'Inter High e la storia contiene due partite, la semifinale e la finale. Entrambe sono davvero molto combattute e la povera Yu deve sudare parecchio prima di raggiungere l'ambita coppa, che però ovviamente la squadra si guadagnerà. Il manga si conclude con la selezione delle partecipanti a non mi ricordo quale torneo e Yu viene scelta come prima riserva; il suo sogno si avvera, giocherà in squadra con Eri Takigawa. Purtroppo finisce tutto qui, e questo in effetti mi ha lascita un po' perplessa. Nel complesso ho trovato la storia carina, anche se un po' poco approfondita: non so come abbiano fatto a tirare fuori milioni di puntate di cartone animato da queste poche pagine.

sabato 1 ottobre 2011

Sfida Solo Donna 2012

 sito ospite: aNobii - foglio excel

L’obiettivo è quello di scoprire 20 libri di autrici equamente divise fra i 5 continenti (Africa, America, Asia, Europa, Oceania).

REGOLAMENTO
- I singoli continenti dovranno essere rappresentati da 4 scrittrici di nazioni diverse (L’USA è un’unica nazione, ma America del Nord e del Sud non sono divise).
- E’ possibile utilizzare un unico Jolly e solamente per l’Oceania. Il Jolly può essere scelto di qualsiasi continente e nazione, ma non una nazione già giocata, o tra le nazioni già scelte per l’Oceania.
- Potete considerare sia la nascita sia la naturalizzazione.
- Non c’è un ordine di lettura. Potete saltare da un continente all’altro scegliendo di leggere un libro dell’Asia e farlo seguire subito da uno dell’Africa, ad esempio.
- Valgono tutti i generi (tranne le graphic novel)
- Valgono le riletture.
- Valgono le letture in lingua (che, tra l’altro, favoriscono la ricerca per l’Oceania)
- Le letture possono essere condivise con qualsiasi altra sfida.
- Le iscrizioni sono sempre aperte. I libri validi però sono quelli letti dopo l’iscrizione.
- A fine lettura bisogna segnalare il gradimento con le stelline e un commento (anche breve)
- Non è obbligatorio fare la lista, ma aiuterebbe mooooooooooolto gli altri partecipanti :-P

Inizio: 01 Ottobre 2011
Fine: 30 Settembre 2012

ELENCO LIBRI

AFRICA
1. "Wideacre" di Philippa Gregory (Kenya)
2. "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery (Marocco)
3. "La figlia di Burger" di Nadine Gordimer (Sudafrica)
4. "La luna che mi seguiva" Aminata Fofana (Guinea)

AMERICA
1. "La sfida della mummia" di Elizabeth Peters (USA)
2. "L'isola sotto il mare" di Isabel Allende (Cile)
3. "Anne of Green Gables" di Lucy Maud Montgomery (Canada)
4. "Wide Sargasso Sea" di Jean Rhys (Repubblica Dominicana)

EUROPA
1. "Volo" di Angie Sage (Inghilterra)
2. "Una sposa conveniente" di Elsa Chabrol (Francia)
3. "Il drago come realtà" Silvana De Mari (Italia)
4. "Il rogo" Bergljot Hobæk Haff (Norvegia)

ASIA
1. "Kitchen" di Banana Yoshimoto (Giappone)
2. "Il sangue dei fiori" Anita Amirrezvani (Iran)
3. "Fiore di neve e il ventaglio segreto" Lisa See (Cina)
4. "Il dio delle piccole cose" Arundhati Roy (India)

OCEANIA
1. "The House at Riverton" di Kate Morton (Australia)
2. "L'evoluzione di Calpurnia" di Jaqueline Kelly (Nuova Zelanda)
3. "Il fiore del frangipani" di Célestine Hitiura Vaite (Polinesia)
4. ??