venerdì 6 luglio 2012

[Lettura #20/2012] Pomodori verdi fritti al Caffè di Whistle Stop

Fried Green Tomatoes at the Whistle Stop Cafe
di Fannie Flagg
Paperback, 364 pagine, Sonzogno 1987/2000
Il Caffè di Whistle Stop ha aperto la settimana scorsa, proprio di fianco a me alla posta, e le proprietarie, Idgie Threadgoode e Ruth Jamison, affermano che fin dal primo giorno gli affari sono andati a gonfie vele. Idgie dice che la gente non deve aver paura di restare avvelenata, perché non è lei che cucina ma due donne di colore, Sipsey e Onzell, mentre al barbecue c’è Big George, il marito di Onzell.incipit
Trama: Evelyn, una donna infelice e molto complessata, incontra in un ospizio Virginia, una vecchietta originale che le racconta una storia di tanti anni prima. Quella del Caffé di Whistle Stop, aperto in Alabama da una singolare coppia al femminile, la dolce Ruth e la temeraria Idgie, e frequentato da stravaganti sognatori, uomini di colore, poetici banditi e vittime della Grande Depressione. La movimentata vicenda di due donne, coinvolte loro malgrado in un omicidio, e la loro tenacia nello sconfiggere le avversità, ridanno a Evelyn la fiducia e la forza necessarie per affrontare le difficoltà dell'esistenza.

Commento personale: Probabilmente il libro con il titolo più lungo tra quelli letti fino ad ora, un altro del gruppo di quelli rubacchiati alla nonna (prima o poi dovrò restituirglieli) e un romanzo BEL-LIS-SI-MO. Davvero, in questo romanzo c’è tutto ciò che di cui mi piace leggere: la storia di una famiglia (allargata), tanti personaggi davvero speciali e poi tenerezza, tristezza, dolore, amore, amicizia, gioia, rabbia; insomma, tutto.

La storia si svolge in due epoche distinte (altra tecnica che mi piace moltissimo): una è il presente dell’aziana Virginia Threadgoode (detta Ninny), ricoverata in una casa di cura, e di Evelyn, una donna senza stima di sé che si reca nella stessa struttura insieme al marito per trovare la suocera. L’altra è il passato dei ricordi di Ninny, che racconta a Evelyn la storia del suo quartiere e della sua famiglia. Così ci ritroviamo a rimbalzare tra un presente in cui Evelyn inizia lentamente a prendere coscienza del suo valore come persona e come donna e un passato pittoresco, divertente e a volte anche molto doloroso ambientato in Alabama in un periodo che oscilla tra gli anni ’30 e gli anni ’50. Inoltre anche nelle due epoche i narratori cambiano molte volte, così da farci vedere la storia da tanti punti di vista diversi, facendo quadrare il tutto.

Nel romanzo vengono trattati moltissimi temi anche dolorosi, ma quello che sicuramente spicca per l’importanza che assume all’interno del racconto è il razzismo, dominante in quel periodo della storia americana. Nonostante la gravità di questi argomenti, il romanzo riesce sempre a mantenere un tono leggero e ironico che stempera anche gli episodi più drammatici e un clima di serenità.

I personaggi, come in tutti i bei libri che si rispettino, sono il fulcro del romanzo, sono ciò che rende impossibile staccarsi dalle sue pagine e non rimanere affascinati insieme ad Evelyn dal piccolo ma frizzante mondo che è Whistle Stop. Le vere e proprie protagoniste sono Idgie e Ruth, due donne legate da un amore profondo l’una per l’altra, ma sono circondate da un ventaglio infinito di personaggi, tutti uniti dal Caffè che le due donne dirigono con successo e che sfama non solo gli avventori paganti, ma anche tutti vagabondi che passano di lì cercando un lavoro e un piatto caldo.

Tra i vari narratori che si alternano nel romanzo una menzione particolare devo farla per il giornale della signora Weems: non c’era un bollettino che non mi facesse morire dal ridere, troppo forte. Per il resto la mia narratrice preferita è rimasta sempre Ninny, forse perché è la voce narrante principale e leggerla era come ascoltare una nonna che racconta la storia di un mondo che non c’è più.


Inizio lettura: 15 giugno 2012
Fine lettura: 22 giugno 2012

lunedì 2 luglio 2012

[Lettura #19/2012] La meccanica del cuore

La mecanique du coeur
di Mathias Malzieu
Paperback, 158 pagine, Feltrinelli 2012
Uno, non toccare le lancette.
Due, domina la rabbia.
Tre, non innamorarti, mai e poi mai.
Altrimenti, nell’orologio del tuo cuore, la grande lancetta delle ore ti trafiggerà per sempre la pelle, le tue ossa si frantumeranno,
e la meccanica del cuore andrà di nuovo in pezzi.incipit
Trama: Nella notte più fredda del mondo possono verificarsi strani fenomeni. È il 1874 e in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. La protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali. Ma non si può vivere al riparo dalle emozioni e, il giorno del decimo compleanno di Jack, la voce ammaliante di una piccola cantante andalusa fa vibrare il suo cuore come non mai. L'impavido eroe, ormai innamorato, è disposto a tutto per lei. Non lo spaventa la fuga né la violenza, nemmeno un viaggio attraverso mezza Europa fino a Granada alla ricerca dell'incantevole creatura, in compagnia dell'estroso illusionista Georges Méliès. E finalmente, due figure delicate, fuori degli schemi, si incontrano di nuovo e si amano. L'amore è dolce scoperta, ma anche tormento e dolore, e Jack lo sperimenterà ben presto. Intriso di atmosfere che ricordano il miglior cinema di Tim Burton, ritmato da avventure di sapore cavalleresco, una favola e un romanzo di formazione, in cui l'autore, con scrittura lieve ed evocativa, punteggiata di ironia, traccia un'indimenticabile metafora sul sentimento amoroso, ineluttabile nella sua misteriosa complessità.

Commento personale: Per una volta devo confermare le recensioni attira-lettori di un libro, perché questo romanzo potrebbe davvero essere la sceneggiatura di un film di Tim Burton (e invece diventerà un cartone animato diretto da Luc Besson, un altro che secondo me i film li sa fare bene).

La storia inizia proprio come una fiaba un po’ gotica: nella notte più fredda del mondo una donna compare alla porta di Madeleine, una levatrice da tutti considerata una strega perché presta assistenza a coloro che gli altri rifiutano (vagabondi, prostitute, ecc…). Dopo aver dato alla luce un bambino piccolissimo e con il cuore completamente ghiacciato la donna scompare e Madeleine si troverà a prendersi cura del piccolo Jack, che salva mettendo sul suo cuore difettoso un orologio a cucù, che ha l’unico difetto di essere molto delicato, e i forti sentimenti possono rischiare di danneggiarlo. Per questo Madeleine cerca di tenere Jack il più possibile lontano dagli altri, finché il ragazzo non posa lo sguardo sulla piccola Miss Acacia, una bellissima cantante andalusa che cattura il suo delicatissimo cuore e fa si che il ragazzo arrivi fino in Spagna pur di ritrovarla.

Il romanzo è molto breve e si divora in pochissimo tempo, fortunatamente l’autore riesce a non renderlo un tentativo di scrivere una storia profonda, saggia e metaforica che cerchi in qualche modo di imitare lo stile da Piccolo Principe e ogni tanto si stacca un po’ dall’atmosfera favolistica per tornare sulla terra quel tanto che basta per non esagerare. I personaggi mi sono piaciuti molto, soprattutto quelli secondari (come sempre: mai una volta che il mio preferito sia il protagonista) e l’ambientazione reale ma indefinita allo stesso tempo è stato davvero azzeccata.


Inizio lettura: 12 giugno 2012
Fine lettura: 14 giugno 2012

giovedì 14 giugno 2012

Sfida del bersaglio 2

sito ospite: aNobii
Banner by Phoebe

REGOLAMENTO

1) La Sfida ha durata annuale e cadenza mensile, partiamo a Giugno 2012, iscrizioni sempre aperte
2) Ogni mese verranno aperti fino a 7 Bersagli, che potranno contenere fino ad un massimo di 15 libri, agganciati tra loro attrverso le modalità indicate più sotto
3) I bersagli non chiusi alla fine del mese continueranno in quello successivo
4) Si può leggere (ovviamente) più di un libro in un mese
5) Ci si può attaccare a sé stessi solo per UNA volta all’interno dello stesso Bersaglio
6) Valgono tutti i generi letterari
7) Valgono le riletture
8) Valgono gli incroci con altre sfide
9) Si possono inserire SOLO libri in lettura, non quelli finiti, anche se solo da pochi giorni
10) Ogni libro letto vale 1 punto.
11) Si può leggere UN solo libro per volta; quando si finisce, si deve segnalarlo, e allora se ne può cominciare un altro


1 punto per ogni libro agganciato, a cui aggiungere i punti modalità.
Il punto si conteggia quando si inizia il libro, se poi viene abbandonato ci si toglie un punto.
Così quando si aggancia un libro, si può segnare il punteggio "completo" ed evitare di dimenticare poi il punticino.
Finire il libro non implica il punto; lo si conquista agganciandosi.

Modalità 2 punti
- Può essere un sinonimo o un contrario della parola precedente.
- Può trovarsi associata alla parola nel titolo o nella trama. (ATTENZIONE: questa modalità non può essere usata per due volte di seguito all'interno dello stesso bersaglio)
- Può trovarsi associata per associazione d'idee.

Modalità 3 punti
- Può trovarsi unita alla parola precedente in un detto, in una similitudine, in una metafora.
- La si può ottenere aggiungendo o togliendo o cambiando una lettera della parola precedente

Modalità 4 punti
- Può formare, unita alla precedente, il nome di una persona celebre o di un luogo famoso reale o immaginario.

Modalità 5 punti
La parola può essere un anagramma della parola che la precede

Chi chiude un Bersaglio agganciandosi al primo libro, vedrà raddoppiare il punteggio dell'ultimo aggancio.

Aprire un Bersaglio implica solo 1 punto, perché non ci si attacca a nulla.

IMPORTANTE!! Ogni concorrente scriverà il suo punteggio aggiornato in cima o in fondo al post, in modo visibile.

ELENCO LIBRI
1. "La meccanica del cuore" di Mathias Malzieu - apertura del bersaglio 1pt.
2. "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop" di Fannie Flagg - associazione idee: piantava -> pomodori 3pt

Tot. 4

lunedì 11 giugno 2012

The Vampire Diaries (Season #1)

Titolo italiano: The Vampire Diaries
Ideatore: Kevin Williamson & Julie Plec
Personaggi principali: Elena Gilbert (Nina Dobrev), Stefan Salvatore (Paul Wesley), Damon Salvatore (Ian Somerhalder), Jeremy Gilbert (Steven R. McQueen), Bonnie Bennett (Kat Graham), Caroline Forbes (Candice Accola)
Personaggi secondari: Jenna Sommers (Sara Canning), Matt Donovan (Zach Roerig), Vicki Donovan (Kayla Ewell), Tyler Lockwood (Michael Trevino), Alaric Saltzman (Matt Davis), Katherine Pierce (Nina Dobrev)
Guest Stars: Arielle Kebbel
Genere: Horror, Supernatural Drama, Teen Drama
Trasmesso in Italia: 2010
Valutazione: ★★★★
Trama:
La serie segue la vita di Elena, una ragazza che ha da poco perso i genitori in un incidente, che si innamora di Stefan, un vampiro che non si nutre di sangue umano. Stefan nasconde molti segreti e quando a Mystic Falls arriva suo fratello Damon, Elena si troverà coinvolta in una lotta secolare.




Ep.01 - Pilot
Elena e suo fratello Jeremy hanno da poco perso i genitori in un incidente stradale e sono rimasti soli con la giovane zia Jenna, sorella della madre, che fa loro da tutrice tra mille difficoltà; infatti, mentre Elena sfoga il suo dolore chiudendosi in sé stessa e scrivendo sul suo diario, Jeremy cerca rifugio nella droga e nel rapporto con Viki, della quale è innamorato, che ha però una relazione con Tyler, un ragazzo piuttosto bullo e manesco con il quale Jeremy spesso si punzecchia.
Il primo giorno di scuola, alla Mystic Falls High School si presenta un ragazzo misterioso e affascinante che cattura l'attenzione di tutte le ragazze della scuola: il suo nome è Stefan e, noi lo scopriamo subito, è un vampiro.
Stefan dimostra immediatamente di essere attratto da Elena e questo suo atteggiamento provoca la gelosia di Matt, ex-fidanzato di Elena, nonché fratello di Viki, e di Caroline, la classica cheerleader americana un po' sciocca che, pur essendo amica di Elena, si sente sempre in competizione con lei.
Quasi contemporaneamente alla comparsa di Stefan sulla scena, a Mystic Falls iniziano a susseguirsi strane aggressioni che gli abitanti imputano ad un animale ma che noi sappiamo essere causate da un vampiro. Stefan? Inizialmente pensavo di si, ma proseguendo con la puntata si scopre che Stefan è in realtà come Edward Culle, un vampiro che per scelta si nutre di sangue animale.
Una sera anche Viki viene aggredita, sopravvivendo all'attacco e offrendoci l'occasione per scoprire l'identità di un altro vampiro che si aggira per Mystic Falls: Damon, il fratello di Stefan che non condivide la sua decisione di non uccidere esseri umani e che, per motivi che ancora non conosciamo ma che sono legati ad una misteriosa Katherine, che assomiglia in modo impressionante ad Elena (è naturalmente interpretata dalla stessa attrice), da secoli perseguita Stefan.
Dear Diary, today will be different. It has to be. I will smile, and it will be believable. My smile will say, "I'm fine, thank you. Yes, I feel much better." I will no longer be the sad little girl that lost her parents. I will start fresh, be someone new. It's the only way I'll make it through. [Elena]

Ep.02 - The Night of the Comet
Mentre a Mystic Falls fervono i preparativi per festeggiare il passaggio di una cometa, Viki si trova in ospedale per rimettersi dall'attacco di Damon; per evitare che la ragazza racconti quello che è successo, Stefan cerca con i suoi poteri di farle dimenticare l'accaduto, venendo però quasi scoperto da Matt. Intanto Jeremy si angoscia per la salute della ragazza e va a trovarla spesso in ospedale cercando di farle capire quanto tenga a lei. La salute di Jeremy è invece ciò che sta a cuore di sua zia Jenna, che viene convocata a scuola per i problemi del ragazzo con la droga e che viene accusata di non essere adatta per fare da tutore ai ragazzi.
Dopo gli ultimi avvenimenti e gli strani comportamenti di Stefan, Elena si reca a casa sua per parlargli e lì trova Damon che, infido come sempre, le confida alcuni segreti sul passato di Stefan riguardanti Katherine e al suo ritorno, Stefan si infuria con Damon per aver parlato con Elena.
Mentre in ospedale Viki comincia a ritrovare la memoria sull'aggressione subita, Damon continua a portare avanti i suoi piani e usa i suoi poteri per piegare Caroline al suo volere facendo fare alla ragazza tutto ciò che lui desidera.
It's Ok Stefan, I get it. You have no idea how much i get it. Complicated brother? Check. Complicated ex? Check. Too complicated to even contemplate dating? Check. We met and we talked and it was epic, but then the sun came up and reality set in. [Elena]

Ep.03 - Friday Night Bites
Bonnie, la migliore amica di Elena, continua a comunicare alla ragazza i suoi sospetti e le sue sensazioni negative su Stefan: Bonnie, infatti, è convinta di essere una semi-sensitiva e ha spesso delle visioni. Elena, naturalmente, prende questi sospetti per preconcetti di Bonnie e organizza una cena a casa sua per far si che i due si conoscano meglio. Verso la fine della serata, inaspettatamente, si presentano alla porta Damon e Caroline; Stefan sa perfettamente che Damon, in quanto vampiro, non può entrare in una casa senza essere invitato e cerca di spingere Elena a mandarli via, cosa che però naturalmente non accade. Damon è quindi invitato ad entrare, e anche l'ultima protezione su cui Stefan contava è stata annullata. A scuola, Elena abbandona la squadra di cheerleader, mentre Stefan entra a far parte di quella di football insieme a Matt e Tyler, che cerca di umiliare il ragazzo tirandogli una pallonata senza essere visto. Purtroppo per lui non ha fatto i conti con i super riflessi da vampiro si Stefan che gli permettono di prendere al volo il pallone lasciando tutti a bocca aperta.
Stefan dona ad Elena un'antica medaglietta contenente verbena, un'erba che contrasta il potere dei vampiri oltre ad ucciderli se ingerita in grosse quantità; quando Damon cerca con la mente di spingere Elena a baciarlo, lei reagisce e lo schiaffeggia. Intanto Stefan è convinto che nel profondo di Damon esista ancora qualcosa di buono, dimostrato dal fatto che è anch'egli innamorato di Elena; per tutta risposta, Damon uccide a sangue freddo il coach della squadra di football, e come sempre è Stefan che deve rimediare ai suoi delitti.
I felt there was hope that somewhere deep inside... something in Damon was still human, normal. But I was wrong, there's nothing human left in Damon. No good, no kindness, no love. Only a monster... who must be stopped. [Stefan]

Ep.04 - Family Ties
Elena e Stefan si preparano per partecipare all'annuale Founderer's Party organizzato dai genitori di Tyler; Elena deve portare tutti gli oggetti antichi di famiglia, incluso un orologio tascabile che nella famiglia Gilbert passa da padre a figlio da molte generazioni. Jeremy, però, non ha alcuna intenzione di cedere ad altri quello che lui considera suo, in quanto suo padre l'avrebbe passato a lui e chiede quindi alla sorella di fingere di non trovare più l'orologio. Alla festa partecipano anche Viki, che Tyler non vuole presentare alla madre in quanto di condizione sociale molto bassa, Caroline e Damon, il quale affida alla ragazza, sempre sotto la sua influenza, un misterioso ciondolo che aveva nascosto tempo prima in casa Lockwood. Infine Bonnie comincia a sperimentare strani poteri riuscendo ad accendere candele con la forza del pensiero. Stefan intanto elabora un piano per imprigionare il fratello: mescola della verbena allo champagne di Caroline e così, appena Damon la morde per nutrirsi del suo sangue, cade a terra privo dei suoi poteri e Stefan è così in grado di rinchiuderlo in una cella della loro dimora, mettendo a guardia il loro discendente Zach, che è l'attuale proprietario della casa. Intanto a casa Lockwood i genitori di Tyler, lo sceriffo Forbes (la madre di Caroline) e il reporter Logan Fell (ex-fidanzato di Jenna che sta cercando di riconquistarla, e ora scopriamo il perché) giungono alla conclusione che le morti avvenute negli ultimi tempi sono un chiaro segno del ritorno dei vampiri a Mystic Falls e che è necessario correre ai ripari ritrovando quello che sembra essere un importante strumento per la caccia dei vampiri: l'orologio dei Gilbert. Alla fina della puntata, Viki bussa a casa di Jeremy dopo essersi resa conto che Tyler si vergogna di lei e i due ragazzi passano la notte insieme.
Damon: What's so special about this Bella girl? Edward's so wipped.
Caroline: You have to read the first book first, otherwise it won't make sense.
Damon: Uh, I miss Ann Rice, she was so on it.
Caroline: Hey, how come you don't sparkle?
Damon: Because I live in the real world where vampires burn in the sun.
Caroline: Yeah, but you go in the sun.
Damon: I have a ring, it protects me. It's complicated.

Ep.05 - You're Undead to Me
Mentre Demon perde sempre più le forze rinchiuso nello scantinato, a scuola viene organizzato un car wash per raccogliere fondi; i poteri di Bonnie diventano sempre più forti, tanto che la ragazza scatena l'incendio di un'automobile con la sola forza del pensiero. Inoltre, un anziano signore riconosce Stefan e ricorda di averlo conosciuto cinquant'anni prima. I segnali che indicano qualche grosso segreto riguardante Stefan sono troppi ed Elena decide di venirne definitivamente a capo: tramite il fidanzato di Jenna riesce ad avere accesso agli archivi del telegiornale e recupera un video degli anni '50 nel quale riconosce Stefan con le stesse sembianze. I pezzi iniziano allora a rimettersi al loro posto e, incredula, Elena giunge alla conclusione corretta: Stefan è un vampiro. Desiderosa di sentirlo dire da lui, la ragazza di reca a casa di Stefan e lo incrocia sulla porta di casa; contemporaneamente, infatti, le pur scarse forse di Demon gli hanno permesso di comunicare telepaticamente con Caroline e convincerla a liberarlo. Appena uscito dalla cella Demon uccide Zach ma non fa in tempo a prendere Caroline che, aiutata dalla luce del sole che ora Demon non può più sopportare in quanto privo del suo anello protettivo. Stefan è dunque costretto ad interrompere la sua caccia a Demon, che intanto lo minaccia di uccidere Elena se non gli verrà restituito il suo anello, per spiegare ad Elena di essere davvero un vampiro. Intanto Demon, assetato dalla lunga permanenza privo di forze nello scantinato si accanisce su un gruppo di ragazzi che si stanno drogando nel cimitero; tra di loro c'è anche Viki che, sopravvivendo nuovamente all'attacco di Demon, attira l'attenzione del ragazzo che la porta a casa sua.
Dear Diary, I'm not a believer. People are born, they grow old and then they die. That's the world we live in. There's no magic, no mysticism, no immortality. There is nothing that defies rational thought. People are supposed to be who they say they are and not lie or hide their true selves. It's not possible. I'm not believer. I can't be. But how can I deny what's right in front of me? Someone who never grows old. Never gets hurt. Someone who changes in ways that can't be explained. Girls bitten. Bodies drained of blood. [Elena]

Ep.06 - Lost Girls
In questa puntata scopriamo qualcosa di più sul passato di Stefan e Demon e, soprattutto, su Katherine, che ci viene rivelato essere stata la responsabile della vampirizzazione dei due fratelli in quanto lei stessa vampira. Intanto, mentre Stefan si lascia andare ai ricordi, Demon decide di divertirsi un po' con Viki, ristabilendo la sua salute facendole bere il proprio sangue e scatenandosi con lei in balli sfrenati. Dopo essersi reso conto che la vita della ragazza "really sucks" decide di porre fine alle sue sofferenze: la uccide trasformandola, dato che la ragazza ha bevuto il suo sangue, in una vampira. Dopo aver scoperto che l'unico modo per completare la vampirizzazione e non morire è bere sangue umano, Viki fugge nel bosco, inseguita da Stefan. Ciò che i Salvatore non sanno è che i nuovi cacciatori di vampiri hanno trasformato l'orologio dei Gilbert in una bussola che punta sempre verso un vampiro e li stanno cercando; Stefan viene così colpito da una pallottola di legno sparata da Logan, il reporter, che però non riesce a concludere la sua opera venendo ucciso da Demon, giunto in soccorso del fratello. Mentre i due sono distratti, Viki si avventa sul corpo di Logan e ne beve il sangue completando così la trasformazione.
Elena è naturalmente sconvolta dall'accaduto e decide di non voler avere più nulla a che fare con Stefan; nella scena finale della puntata i due si lasciano e Elena si rifugia in casa piangendo.
I gave you today just like you asked. And I understand that you would never to do anything to hurt me, and I promise I will keep your secret, but... I can't be with you, Stefan. I'm sorry I... I just can't.[Elena]

Ep.07 - Haunted
Si avvicina Halloween e a Mystic Falls fervono i preparativi per la festa e tutti sono alla ricerca del costume giusto: Bonnie, naturalmente, intende vestirsi da strega e per completare l'abito, Caroline le regala una collana con appeso il ciondolo che tempo prima Damon aveva preso a casa dei Lockwood. Quando Damon cerca di riprendersi il ciondolo, rimane stupito venendo colpito da una specie di scarica che non gli permette di toccare la collana. La stessa Bonnie chiede spiegazioni alla nonna, che le rivela la verità sulle loro antenate, le streghe di Salem, e le raccomanda di non separarsi mai e per nessun motivo da quel ciondolo, che l'ha scelta come sua proprietaria. Intanto, Stefan ha il suo bel da fare per cercare di frenare Viki, la quale non riesce a rendersi conto di quanto sia pericolosa la sua trasformazione; la notte di Halloween, la neonata vampira riesce a sfuggire al controllo del ragazzo e si reca alla festa della scuola, ovviamente travestita da vampira, dove perde completamente il controllo, eccitata dalla presenza di tanti esseri umani e presa dalla passione per Jeremy. Quando la ragazza, del tutto fuori di se per la sete di sangue, si scaglia prima contro Jeremy e poi contro Elena, intervenuta in difesa del fratello, Stefan non può fare altro che conficcarle un paletto di legno nel cuore ed ucciderla. Distrutto dal dolore, Jeremy si rifugia a casa sua e Elena implora Stefan di usare i suoi poteri per fargli dimenticare l'accaduto; sarà invece Damon a offrirsi volontario per "rimuovere le sue sofferenze" e quella matta di Elena accetta. Spero solo che non faccia come l'ultima volta in cui ha voluto porre fine alle sofferenze di qualcuno, dato che ha vampirizzato Viki e abbiamo visto com'è finita!
Elena: Is Stefan here?
Damon: Yep.
Elena: Where is he?
Damon: And good morning to you, little Miss I'm-On-A-Mission.
Elena: How can you be so arrogant and glib after everything that you've done?
Damon: And how you can you be so brave and stupid to call a vampire arrogant and glib?

Ep.08 - 162 Candles
Perché è un bravo vampiro, perché è un bravo vampiro, perché è un bravo vampiro!! Nessuno lo può negar! Per festeggiare il 162esimo compleanno di Stefan, a Mystic Falls arriva Lexi, una sua carissima amica di ben 350 anni che dà al più "giovane" vampiro una serie di consigli su come comportarsi per riavvicinarsi ad Elena, convincendolo infine a partecipare ad una festa organizzata da Caroline (a sua volta sotto l'influenza di Damon). Intanto a casa Gilbert, Elena e sua zia Jenna notano dei comportamenti strani in Jeremy, come ad esempio l'essersi messo seriamente a fare i compiti; messo di fronte alla richiesta di spiegazioni, Damon ribadisce di avergli solo "eliminato le sofferenze". Secondo me gli ha rimosso qualsiasi brutto ricordo, incluso quello della perdita dei genitori. Durante la serata, comunque, Damon invia Caroline a recuperare il ciondolo da Bonnie, ma anche la ragazza viene bruciata dalla collana: quando riporta a Damon il suo insuccesso, il vampiro la umilia facendole notare quanto sia stupida ed inutile. Dopo il fallimento di questo tentativo, Damon fa scattare il suo piano, preparato con cura da alcuni giorni, dopo essersi assicurato, con uno stratagemma, di conoscere i nomi di tutti i cacciatori di vampiri della cittadina: aggredisce un ragazzo fuori dal locale e modifica la memoria della fidanzata facendo si che lei riconosca in Lexi la vampira che l'ha aggredita. Dopo aver ritrovato il corpo, la polizia arresta Lexi, che, appena uscita dal locale cerca di liberarsi dei propri aggressori grazie alla sua forza eccezionale; prima che la vampira riesca a fuggire, però, Damon la sorprende all'improvviso conficcandole un paletto di legno nel cuore e uccidendola, allontanando definitivamente da lui qualsiasi sospetto di vampirismo. Stefan, infuriato, aggredisce Damon ma non lo uccide come segno riconoscente per avergli salvato la vita nel bosco dopo essere stato colpito dalle pallottole di Logan. La puntata si conclude con Bonnie che, dopo aver avuto un incubo, si risveglia nel cimitero con addosso solo la camicia da notte e il ciondolo delle sue antenate.
Stefan: Elena is... Elena's warm. And she's... she's kind and she's caring and she's selfless... and it's real. And... honestly, when I'm around her... I completely forget what I am.
Lexi: Oh my God! You're in love with her.
Stefan: Yeah. Yeah, I am.

Ep.09 - History Repeating
Questa puntata mi è piaciuta moltissimo perché è concentrata soprattutto su Bonnie e sul suo retaggio di strega. La ragazza continua ad essere perseguitata da incubi nei quali è presente Emily, una sua antenata strega, dama di compagnia di Katherine, alla quale apparteneva il ciondolo datole da Caroline. Stanca e spaventata dalle continue visioni, Bonnie decide di liberarsi della collana e la getta in un campo davanti agli occhi di Elena. La stessa sera, Caroline si trova con le amiche a casa di Elena e decide di scusarsi con Bonnie per aver cercato di portarle via il ciondolo: di fronte alle scuse dell'amica, Bonnie le confessa di aver gettato la collana ma poco dopo, Caroline trova il medaglione nella borsa di Bonnie, la quale non riesce a spiegarsi come sia possibile. Notando lo strano comportamento delle amiche, Caroline chiede spiegazioni e, quando Bonnie le rivela di essere una strega e di essere perseguitata da un fantasma, propone a lei e Elena di fare una seduta spiritica. Inizialmente perplessa, Bonnie accetta, con il risultato che il fantasma di Emily prende possesso del suo corpo e si allontana da casa Gilbert verso la vecchia Fell's Church, dove è divampato l'incendio che nel 1864 ha ucciso Katherine e molti altri vampiri, bruciati vivi dai cittadini dell'epoca. Elena, spaventata per la sorte dell'amica, telefona a Stefan che in quel momento si trova insieme a Damon e sta cercando di farsi rivelare il motivo per cui egli voglia tanto riavere il ciondolo. A questo punto Damon rivela a Stefan che il suo obiettivo è risuscitare Katherine usando il cristallo che la vampira aveva dato a Emily nel suo ultimo giorno in vita. Quando Stefan riceve la telefonata di Elena, Damon riesce ad ascoltare la conversazione e anticipa Emily/Bonnie alla chiesa, ricordandole il loro antico patto: lui avrebbe protetto la sua discendenza se lei avesse protetto Katherine. Nonostante ciò, il bisogno di Emily di proteggere la sua famiglia è troppo forte e con i suoi poteri scaglia Damon contro un albero, conficcandogli un ramo nello stomaco (è una mania). Quando Stefan giunge sul posto scopre che insieme a Katherine, Damon avrebbe resuscitato anche gli altri vampiri morti insieme a lei, che avrebbero quindi fatto una strage degli innocenti abitanti di Mystic Falls. Fortunatamente, per Damon è troppo tardi, e Emily riesce a compiere il rito di distruzione del cristallo, lasciano poi il corpo di Bonnie. Infuriato, il vampiro di avventa sulla ragazza ma viene fermato da Stefan in tempo per non ucciderlo. Con la promessa di raccontarle tutta la verità, Elena riaccompagna a casa Bonnie, ma per i due fratelli vampiri è giunto il momento di andarsene: Damon perché con la distruzione del cristallo ha perso la speranza di far tornare Katherine, Stefan perché si rende conto che la sua presenza a Mystic Falls ha solo procurato morti.
Purtroppo per lui, mi sa che ormai è troppo tardi: a scuola, infatti, è arrivato un nuovo, affascinante professore di storia, Alaric Saltzman. Apparentemente simpatico e disponibile, Alaric è senza dubbio un vampiro (il suo anello parla per lui) e c'è ancora da capire se sia in stile Stefan oppure in stile Damon. In ogni caso, anche lui mira a poter entrare in casa Gilbert perché abborda Jenna, la quale si ferma un minuto prima di invitarlo ad entrare quando si accorge che in casa c'è anche Jeremy, allievo di Alaric. Il colpo di scena finale, dopo le lacrime di Bonnie, Elena e Stefan, è davvero inaspettato: bussano alla porta, Jenna va ad aprire e si ritrova faccia faccia con Logan (che lei crede andato via dalla città) che le chiede innocentemente di farlo entrare in casa... aiuto!!
Elena: I'm sorry, Stefan. I thought that I couldn't be with you, but I can. You don't have to push me away. I can do this.
Stefan: I can't. I... I have to leave, Elena. Too many people have died, too much has happened.

Ep.10 - The Turning Point
Il ritorno di Logan non passa inosservato per molto: il nuovo vampiro si dà infatti molto da fare e l'allarme si scatena nuovamente per la città. I due fratelli Salvatore decidono di indagare ma mentre Stefan è più impegnato a proseguire il suo tira e molla con Elena (ora che c'è un nuovo vampiro in città deve rimanere per proteggerla), Damon usa la bussola punta-vampiro per scovare il nascondiglio di Logan che lo sta però attendendo nel buio e lo crivella di colpi con la sua pistola a proiettili di legno. Sanguinante, Damon cerca di farsi rivelare da Logan chi lo abbia trasformato in un vampiro, mentre Logan vuole sapere come facciano Damon e Stefan a sopravvivere ai raggi del sole. Infine, Logan se ne va lasciando Damon a terra e si reca a scuola dove si sta tenendo una specie di giornata d'orientamento con le presentazioni delle varie università; qui si incontra prima con lo sceriffo, che naturalmente si rende conto di avere di fronte un vampiro ma non può ammazzarlo davanti all'intera scuola, e poi con Stefan, che riesce a mettere in allerta Elena. Poco dopo, Logan si allontana portando con sè la povera Caroline, che ormai è diventata la vittima preferita da questi vampiri. Fortunatamente, Stefan e Damon sono pronti ad accoglierlo e, mentre Stefan porta via Caroline, Damon si incarica di uccidere il vampiro, cosa che non accade in quanto Logan gli promette di rivelargli più tardi chi l'abbia trasformato. Questo momento, però, non arriverà mai: Logan viene infatti aggredito da Alaric che lo lascia morto sul marciapiede. Quando scopre il cadavere, lo sceriffo telefona a Damon per ringraziarlo ma, ovviamente, il vampiro cade dalle nuvole. Mentre accade tutto ciò, Stefan e Elena finalmente concludono: mentre però Stefan si allontana dalla stanza, Elena trova casualmente (era sul tavolo) la foto di Katherine e scopre che la ragazza era identica a lei. Arrabbiata e piangente, Elena scappa lasciando sulla fotografia il suo amuleto con la verbena. Ma dico, ma sei scema?? Così, invece di dimostragli il tuo disprezzo, ti fai direttamente ammazzare dal primo vampiro che passa!! E infatti, lungo la strada, un vampiro è esattamente quello che le si para davanti...
Elena: If you walk away, it's for you. Because I know what I want. Stefan, I love you.

Ep.11 - Bloodlines
Prima che il misterioso vampiro possa avvicinarsi troppo, in soccorso di Elena arriva Damon che tira la ragazza mezza svenuta fuori dall'auto. Al suo risveglio, Elena si ritrova in macchina con Damon, in viaggio verso la Georgia, a trovare Bree, una strega vecchia amica di Damon dalla quale il vampiro vuole un altro modo per liberare Katherine. La ragazza, però, era anche una cara amica di Lexie, la vampira uccisa da Damon per liberarsi dai sospetti della popolazione di Mystic Falls, e senza essere vista chiama il fidanzato di Lexie, diventato anch'egli vampiro. Il ragazzo si avventa furioso contro Damon, ma Elena lo supplica di non ucciderlo, salvandogli così la vita. Prima di ripartire, Damon uccide Bree (interpretata dall'attrice che in Alias faceva Anna Espinosa, la nemica di Sidney), non dopo essersi fatto rivelare il metodo alternativo per liberare Katherine. Intanto, a Mystic Falls, Bonnie si rende conto di aver perso i suoi poteri. Per riottenerli deve affrontare ciò che la spaventa: e quale modo migliore se non recarsi da sola, di notte alla chiesa? Qui ovviamente iniziano gli scricchiolii sinistri e la ragazza cade nella cripta dove si trovano intrappolati i vampiri. Dopo alcune ore passate da sola davanti alla porta che fa da barriera tra lei e quegli esseri che non vedono l'ora di bere un po' di sangue fresco, finalmente giunge Stefan, che ha capito dove si trova grazie all'aiuto della nonna di Bonnie (alla quale Stefan si è rivelato per poter ottenerne la fiducia). Jeremy è intanto molto preso nella sua ricerca sulla storia locale e nella biblioteca della scuola conosce Anna, una ragazza che gli racconta una serie di leggende sui vampiri diffuse nella cittadina. Infine, scopriamo che il professor Alaric Saltzman non è un vampiro, bensì un cacciatore di vampiri che sta cercando il vampiro che uccise sua moglie Isobel. Chi indovina chi è il vampiro in questione?? Tornata a casa, Elena si reca invece da Stefan per chiedergli spiegazioni in merito alla sua somiglianza con Katherine. La risposta di Stefan è sconcertante: i genitori di Elena, morti nell'incidente a cui lui ha assistito e dal quale ha salvato Elena, non sono i suoi veri genitori, in quanto la ragazza è stata adottata. La sua somiglianza con Katherine fa presumere, quindi, che lei sia in qualche modo una sua discendente.
Elena: Why do I look like her? [Katherine] Stefan: Elena, you've been through so much... Elena: Why do I look like her, Stefan? What are you not telling me? Stefan: It didn't make any sense to me. You were a Gilbert and she was a Pierce. But the resemblance was too similar. And then I learned the truth. You were adopted, Elena.
Ep.12 - Unpleasantville NEW!!
Mystic Falls inizia a diventare un po' troppo affollata: in questa puntata infatti viene dato un volto al misterioso assalitore di Elena che a quanto pare era un altro ex-amante di Katherine e adesso è ossessionato dalla sua discendente a causa della sua somiglianza con quella che ormai sembra essere la madre di tutti i vampiri del circondario. Durante una festa scolastica a tema anni'50, il vampiro cerca di aggredire Elena ma i due fratelli Salvatore sono pronti a proteggere la loro amata e senza troppi complimenti lo fanno fuori. Ovviamente, però, il nuovo arrivato non era solo: si accompagnava infatti niente-popò-di-meno-che ad Anna, la ragazza che in biblioteca aveva abbordato Jeremy e l'aveva aiutato a scrivere la relazione sulla tradizione vampiresca di Mystic Falls (infatti mi puzzava... questo telefilm è un po' troppo scontato), che mira a recuperare il diario della famiglia Gilbert (finito però nelle mani di Alaric), e a Ben, il barista su cui Bonnie ha messo gli occhi e che immagino voglia servirsi in qualche modo dei suoi poteri. Intanto il professor Seltzman avvicina Damon (che, ricordo, è colui che gli ha ucciso la moglie, la quale "casualmente" si chiamava Isabel, come la madre naturale di Elena) e si presenta, ottenendo anche la prova del suo vampirismo quando, protetto da un rametto di verbena, non cade sotto l'influsso ipnotico del vampiro. Stefan, invece, promette a Damon di aiutarlo a far uscire Katherine dalla tomba, a patto che gli altri vampiri imprigionati con lei vengano uccisi e che dopo la liberazione della vampira, Damon vada via da Mystic Falls. Come scopriamo poco dopo, questo è in realtà un'astutissimo trucco di Stefan che evidentemente non ha ancora imparato che suo fratello non è scemo... bah, 'sti vampiri!
Bonnie: You just found out your boyfriend is a... vampire, so unless your birth parents are aliens, how bad could it be?
Ep.13 - Children of the Damned NEW!!
In questo episodio prosegue il racconto degli avvenimenti svoltisi nell'800 e ci viene svelato uno dei motivi alla base dell'astio tra i due fratelli: il padre di Stefan e Damon, insieme all'avo di Elena (che non mi ricordo come si chiama) iniziano una caccia ai vampiri utilizzando la famosa bussola e Stefan, contravvenendo ad una promessa fatta a Damon, cerca di convincere il padre della possibilità che esistano vampiri buoni. Insospettito dai discorsi del figlio, Giuseppe Salvatore fa bere a Stefan della verbena disciolta nel whisky e in questo modo riesce a smascherare Katherine, che appena morde il giovane perde i sensi. La vampira viene così portata via svenuta dagli abitanti
di Mystic Falls. Nel presente, intanto, Stefan scopre l'identità di Alaric Seltzman e si mette sulle tracce del Grimorio, un ricettario delle streghe che permetterebbe di far tornare in vita Katherine e che si trova nella tomba del padre. Intanto Damon, insospettito dall'interesse di Anna per il diario dei Gilbert, chiede a Jeremy di fargli vedere la ragazza, che il vampiro riconosce subito: Anna è la figlia di Pearl, un'altra vampira intrappolata insieme a Katherine. Intanto Bonnie è ad un appuntamento con Ben; la serata procede benissimo finché la ragazza non si accorge di avere di fronte un vampiro. Spaventata cerca di fuggire ma Ben la prende alle spalle e la rapisce. Quando Damon riesce a prendere ad Anna il diario si reca alla tomba del padre dove trova già Elena e Stefan con in mano il Grimorio: infuriato per essere stato ingannato dal fratello minaccia di vampirizzare Elena se non entrerà subito in possesso del libro. Tornati a casa di Elena, Stefan lascia la ragazza in camera a riposarsi dopo il grande spavento e scende in cucina dove Jeremy gli dice che Anna è in casa. Allarmato, Stefan corre subito da Elena, ma la ragazza è sparita.
Alaric Saltzman: I made a few discoveries about your town.
Stefan: So you show up like Van Helsing?

mercoledì 6 giugno 2012

Almost Blue [Ispettore Grazia Negro, #2]

Sfida del mistero reloaded

Autore: Carlo Lucarelli
Anno di pubblicazione: 1997
Editore: Einaudi
Pagine: 194

Iniziato il: 03 giugno 2012
Terminato il: 04 giugno 2012
Valutazione: ★★★★
Il primo carabiniere che entrò nella stanza scivolò sul sangue e cadde su un ginocchio. Il secondo si arrestò sulla soglia come sul bordo di una buca, agitando le braccia aperte, per lo slancio.
Madonna Santa! urlò, serrando le guance tra le mani, poi si voltò e corse nel pianerottolo e giù per le scale e oltre la porta e fuori, nel cortile del palazzo, dove si aggrappò al cofano della Punto bianca e nera e si piegò in avanti, spezzato in due da un conato violento.
(incipit)


Prima di esserne “costretta” dalla sfida del mistero non avevo mai letto un romanzo noir e non avevo nemmeno ben chiaro quale fosse la differenza tra questo genere e il classico giallo; avevo anzi il pregiudizio, dimostratosi del tutto infondato, che il noir dovesse per forza contenere una violenza più esplicita e magari essere anche un po’ più “splatter”. Fortunatamente non è stato così, anzi ho scoperto un romanzo avvincente, quasi poetico (quando la voce narrante è Simone) e molto introspettivo.

La storia è narrata da tre punti di vista: quello di Grazia, un’investigatrice che sta indagando su una serie di omicidi, Simone, un ragazzo cieco che l’aiuta nelle indagini e l’Iguana, il serial killer che uccide gli studenti universitari a Bologna. Non voglio svelare nulla della trama perché merita davvero di essere goduta senza alcun tipo di anticipazione, mentre devo assolutamente dire quanto Lucarelli mi abbia stregata con la sua abilità di scrittore: gli omicidi sono efferati ma non vengono mai descritti in modo cruento o dettagliato, l’identità dell’assassino è rivelata fin da subito ma la suspance è prolungata per tutta la lettura; la sua capacità di parlare di due mondi così “astratti” come possono essere quello di una persona cieca e di un malato di mente è incredibile e se i capitoli narrati dal punto di vista dell’Iguana erano inquietanti e completamente neri, quelli raccontati da Simone sono vividi, pieni di colori anche se i suoi hanno un senso totalmente diverso dal nostro. Infine la descrizione che fa dei Bologna è cupa e ammaliante: la città avvolge il lettore nelle spire delle sue strade, vicoli, portici e giardini e la sua presenza si sente viva e forte per tutta la durata del romanzo.

Da non dimenticare, il Jazz: verso metà libro ho avuto la brillante idea di proseguire la lettura con “Almost Blue” di Chet Baker, canzone che dà il titolo al romanzo e che ne è sottofondo naturale. Il risultato è stato pazzesco, avevo quasi la pelle d’oca. Inutile dire che approfondirò senza dubbio la bibliografia di questo autore.
Improvvisamente la sento.
Non me l’aspettavo ma la sento, annunciata da un raschiare sottile che vibra viola nell’aria in un momento strano di silenzio.
Almost Blue.
E il sax che la inizia. Un assolo che arriva dal nulla, quando ormai mi ero dimenticato che ci fosse, lento e discreto come un sussurro. Subito dopo ecco la tromba, lenta anche lei e discreta, soffiata dentro il sax che ci si avvolge attorno come la carta in un regalo, un regalo blu, denso e rotondo come una palla di gomma da tenere in mano.

venerdì 1 giugno 2012

Un mese in un post - Marzo 2012

Finalmente la voglia di leggere è tornata: a casa nuova è tutta un’altra cosa!!


Libri letti:
I Buddenbrook di Thomas Mann, Ed. Einaudi, 692 pag.
La sfida della mummia di Elizabeth Peters, Ed. Nord, 304 pag.
Una sposa conveniente di Elsa Chabrol, Ed. Sperling&Kupfer, 303 pag.
A letto con Maggie di Jennifer Weiner, Ed. Piemme, 459 pag.
Il drago come realtà di Silvana De Mari, Ed. Salani, 148 pag.

Libri in lettura:
Harry Potter Lexicon di Steve Vander Ark, Ed. Salani, 364 pag.

N° libri del mese: 5 - N° pagine del mese1906 - N° non letti: 93

Libri ricevuti, acquistati, regalati:
Il prigioniero del cielo di Carlos Ruiz Zafòn (Regalo)
A letto con Maggie di Jennifer Weiner (Biblioteca)
Lisa Verdi e il ciondolo elfico di M.P. Black (Catena di lettura)
Il drago come realtà di Silvana De Mari (Biblioteca)

giovedì 31 maggio 2012

Il drago come realtà

Sfida del bersaglio 2012, sfida infinita 2012, sfida dei buoni propositi 2012, sfida della non-narrativa 2012, sfida incrociata 2012, sfida solo donna 2012

Autore: Silvana De Mari
Anno di pubblicazione: 2007
Editore: Salani
Pagine: 148

Iniziato il: 30 maggio 2012
Terminato il: 30 maggio 2012
Valutazione: ★★★★
La letteratura fantastica è la prima che compare in ogni popolo. La prima cosa scritta su questo continente contiene la parola “ira”: “L’ira funesta cantami, o Diva, del Pelide Achille”.
(incipit)


Sono rimasta molto colpita da questo libro; mi aspettavo un saggio sulle fiabe, sulle loro origini, sulla loro evoluzione e invece ho trovato molto di più, qualcosa che proprio non mi aspettavo: ho trovato un libro in cui l’autrice grida tutta la sua indignazione per le mostruosità del presente e del passato.

In alcuni punti in effetti la De Mari si lascia molto andare rispetto a quanto ci si aspetti solitamente in un saggio, che dovrebbe essere il più possibile neutrale, però i temi sono troppo importanti per non arrabbiarsi. All’interno delle fiabe, infatti, si trova la rappresentazione della realtà, una realtà che si modifica con il passare dei secoli, e che viene sempre riflessa nei racconti che sono il porto sicuro di chi sa di poter trovare almeno lì un lieto fine. Ad esempio, le fiabe di Pollicino e di Hansel e Gretel sono nate in un’epoca in cui non era raro che i bambini venissero abbandonati o strappati alle loro famiglie, che si ritrovassero succubi di una matrigna perché la madre era morta di parto, che addirittura le guerre e le carestie portassero al cannibalismo (tanto che sono stati ritrovati documenti che vietavano espressamente di nutrirsi di cadaveri di bambini) e all’interno di queste fiabe si ritrovano i temi dell’abbandono, della povertà, la paura di essere in balia dell’Orco o della Strega di turno. Anche nei romanzi fantastici moderni si ritrova una trasposizione della realtà: nel “Signore degli Anelli” si rivive la Seconda Guerra Mondiale, l’oppressione dei totalitarismi e la paura per la distruzione del mondo.

I temi affrontati dalla De Mari sono moltissimi, dai roghi delle streghe agli ebrei deportati ai morti nei gulag russi, dalla violenza sui bambini a quella sulle loro madri, dalle Crociate agli attentati terroristici, tutti orrori che fanno sentire la propria eco nella narrazione fantastica proprio perché questa è l’unica che permette di affrontare il dolore e le sofferenze senza dovercisi scontrare davvero.

Il libro è pieno di spunti e di riferimenti bibliografici molto interessanti che sono entrati tutti diretti nella mia wishlist insieme al libro stesso, dato che il volume che ho letto l’ho preso in prestito in biblioteca ma ho tutta l’intenzione di comprarlo.

L’unico aspetto che mi ha lasciato un po’ perplessa è il riferimento, che compare molte volte, che la De Mari fa ai suoi stessi libri: può andare bene una volta e solo se affiancato all’analisi di molti altri romanzi fantastici contemporanei, mentre nel volume l’autrice cita e rimanda più volte ai suoi stessi libri e cita in modo approfondito due sole opere fantasy, ovvero “Il Signore degli Anelli” e “Harry Potter”. Questo mi ha fatto pensare ad un tentativo di far incuriosire il lettore e fargli acquistare i suoi romanzi, però magari sono io che sono sempre prevenuta…

In realtà la fiaba, la narrazione fantastica senza alcuna pretesa di verosimiglianza, nata dal basso, spontanea e anonima, proprio per il suo contenuto fantastico e per il lieto fine che c’è sempre, è in assoluto la narrazione che è più vicina alla realtà storica: è l’unica narrazione dove la realtà storica, di qualsiasi tipo, sia stata rappresentata.
Nelle fiabe essa [la miseria] è da sempre uno dei protagonisti, insieme alla fame, alla paura, all’infanticidio, all’idea che i bimbi possano essere scacciati, allontanati, venduti, scambiati, abbandonati in un bosco buio dove un Orco orrendo li mangerà per cena, a meno che una fila di sassolini che brillano sotto la luna non li riporti a casa dove nessuno li vuole. Noi non abbiamo idea di cosa sia stata sul nostro suolo la vita dei bambini.
Ci dice Kafka che la realtà non può essere guardata in faccia, abbiamo bisogno di un velo che la copra. Quel velo può essere il genere fantastico. Diceva Italo Calvino: la fantasia è come la marmellata, uno non se la può mangiare a cucchiai, perché dopo il terzo cucchiaio ne ha fino qui. La marmellata va messa sul pane, cioè va messa su un sapore diverso: “la fantasia va messa su qualcosa di reale”.
La maternità umana è sempre un incrocio tra il dubbio sulla scelta da fare e il senso di colpa per la scelta fatta. [...] Noi abbiamo rinunciato alla certezza di sapere sempre qual’è la cosa giusta, per diventare uomini.
La fantasy ci evita una tragedia che invece è la nostra tragedia permanente: cercare di capire quale sia la parte giusta, quale quella sbagliata. Ogni tanto ci guardiamo tutti in faccia e ci chiediamo come abbiamo fatto a bruciare le streghe in piazza, o mettere i bambini sui treni per Auschwitz.

martedì 29 maggio 2012

A letto con Maggie


Titolo originale: In her shoes
Autore: Jennifer Weiner
Anno di pubblicazione: 2003 (2002)
Editore: Piemme
Pagine: 463

Iniziato il: 27 maggio 2012
Terminato il: 28 maggio 2012
Valutazione: ★★★★
Come si chiamava quel tipo? Ted o Tad, insomma, qualcosa del genere. Un monosillabo da dimenticare. Fatto sta che Ted o Tad, con la sua barba da porcospino le stava irritando il collo, e nel frattempo le pigiava una guancia contro la parete del cesso.
(incipit)

Ho letteralmente divorato questo libro al quale probabilmente non mi sarei mai avvicinata se non avessi visto il film con Toni Collette e Cameron Diaz: il titolo italiano, infatti, mi avrebbe respinta lontana mille miglia, dato che lascia immaginare che si raccontino le avventure erotiche di una certa Maggie. In realtà il romanzo è piacevolissimo e non c’è nulla di erotico nel suo contenuto: è vero che Maggie se la spassa un po’ troppo e decisamente con troppi uomini, ma non si entra mai nel dettaglio e tutto ciò che viene raccontato degli incontri amorosi della ragazza è limitato a ciò che è davvero importante ai fini della trama (per intenderci, niente capezzoli turgidi alla Tracy Chevalier che tanto mi avevano infastidito).

La trama racconta la storia di Maggie e Rose, due sorelle orfane di madre che non potrebbero essere più diverse: Rose è un’avvocato in carriera, intelligente, seria, un po’ cicciottella e non cura molto il suo aspetto fisico. Non ha un gran gusto nel vestire ma adora le scarpe e ne possiede decine e decine di paia, di tutti i tipi. Maggie è tutto l’opposto: bellissima e consapevole di esserlo, adora fare shopping, è irresponsabile e sempre in bolletta in quanto non è capace di tenersi un lavoro per più di un mese. Il già precario equilibrio tra le due ragazze crolla definitivamente quando Maggie compie un gesto davvero spregevole andando a letto con il fidanzato di Rose.

Il romanzo è narrato da tre punti di vista differenti (quello di Rose, quello di Maggie e quello di Ella, la nonna che le ragazze non hanno mai conosciuto) e ciò ha permesso all’autrice di affrontare in modo approfondito il percorso di crescita delle tre donne, che per tutte è molto importante e profondo: tutte e tre hanno qualcosa da sistemare prima con sé stesse e poi tra loro, e il modo in cui la Weiner intreccia le loro dinamiche è efficace e appassionante.

La differenza con il film sta soprattutto in ciò che accade a Maggie dopo la fuga da casa di Rose: mentre nel film si reca subito a casa della nonna in Florida, nel romanzo la ragazza trascorre un periodo come clandestina nel primo luogo che le viene in mente e che giocherà un ruolo fondamentale nel suo percorso di crescita: il campus universitario di Princeton, dove sua sorella si è laureata in giurisprudenza e dove Maggie riesce a mimetizzarsi perfettamente con gli altri studenti prima di essere scoperta.

Su internet ho scoperto che per questo romanzo esiste una “Reading Group Guide”, ovvero una guida per i Gruppi di Lettura con una serie di domande che aiutano a riflettere su ciò che si è letto. La cosa mi ha incuriosita e ho deciso di provare a dare le mie risposte che possono essere lette aprendo lo spoiler (attenzione perché contengono un sacco di rivelazioni sulla trama). Il link al sito sul quale ho trovato le domande è questo. Le domande sono state liberamente tradotte da me.

Readin Group Guide

Rose riagganciò. Sua sorella era come quello stramaledetto giocattolo, come si chiamava, “Ercolino sempre in piedi”. Traballava, faceva casino, ti rubava le scarpe, i soldi e il fidanzato, ma non cadeva mai e poi mai.

Una sposa conveniente

sfide: sfida solo donna 2012, sfida della francofonia 2012, sfida infinita 2012, sfida salva-comodino 2012

Titolo originale: L’heure de Juliette
Autore: Elsa Chabrol
Anno di pubblicazione: 2011 (2008)
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 301

Iniziato il: 24 maggio 2012
Terminato il: 27 maggio 2012
Valutazione: ★★★★
«Centouno anni, un mese e quattro giorni…»
Juliette controllava il calendario ogni mattina alla stessa ora. Subito dopo aver finito il suo caffè di cicoria.
(incipit)
Nonostante la trama mi avesse colpito fin da subito, non pensavo che questo romanzino mi sarebbe piaciuto così tanto e invece è stata una lettura di quelle che mettono allegria e che ti fanno passare alcune ore in serenità.

La storia è per la maggior parte narrata dal punto di vista di Juliette, un’ultracentenaria incredibilmente sveglia che nonostante la sua salute di ferro è fermamente convinta che ogni giorno sia il suo ultimo, o almeno così fa credere ai suoi compaesani, potendo in questo modo far leva sulla possibilità di restarci secca da un momento all’altro per ottenere tutto quello che vuole. Dal suo punto d’osservazione alla finestra del salotto, Juliette tiene d’occhio tutto il paese, e ogni giorno si intrattiene studiando i movimenti dei suoi compaesani; movimenti estremamente rari, perché da alcuni anni ormai il paese si è come addormentato, e l’isolamento ha spinto gli abitanti a ritirarsi sempre di più nelle loro case e ormai non ci si parla più nemmeno tra vicini di casa. Pierrot è l’unico che riesca a mantenere dei buoni rapporti con tutti i compaesani a causa del suo ruolo di tuttofare, e così quando dopo la morte della madre annuncia di voler cambiare vita, allontanarsi dal paesino e costruirsi una famiglia, gli abitanti di Poulignac sono costretti ad unire di nuovo le proprie forze per trovargli una moglie. Ma come fare? Ovvio, su internet! Così la vecchia camera del padre di Juliette si riapre a nuova vita divenendo il quartier generale dell’operazione.

Il piano che gli abitanti di Poulignac elaborano e mettono in pratica è contemporaneamente geniale e folle ed è davvero divertente vedere questi vecchietti alle prese con le tecnologia; l’aspetto più tenero e simpatico, però, è vedere le dinamiche che nascono (o meglio, che si ristabiliscono) tra queste persone che si conoscono da decine di anni ma che si sono completamente perse di vista nonostante abitino a un metro di distanza l’uno dall’altro. Alcuni personaggi, poi, sono davvero fantastici, come La Talpa (in paese, infatti, ognuno ha un soprannome), una novantenne con un passato da bigotta che dopo un ictus realizza di non voler morire vergine e rimangono davvero nel cuore.

L’autrice è una sceneggiatrice, e si sente: leggendo il romanzo mi sembrava di guardare una di quelle deliziose commedie francesi leggere e divertenti che alla fine ti lasciano un senso di soddisfazione e di serenità. Se ne dovessero fare un film lo vorrei vedere subito.
Franz, allora, pensò che si era sbagliato di grosso sul conto della centenaria. Non era né rincitrullita, né morente, né fragile. Era una temibile stronza.
«Oh, non è come pensa lei! Io non cerco la scappatella, come si dice. Io intendo costruire. Una famiglia, una vita. La mia vita. Qui, tutto sta morendo, signora Juliette. Lei lo sa meglio di chiunque altro, no? Gli orti sono in abbandono, le case diventano ruderi…»
«Si, e non soltanto le case…» disse lei indicando se stessa.
«Forse, ma io, signora Juliette, io ho l’impressione di essere circondato da persone che stanno concludendo la loro vita, mentre io non ho ancora cominciato la mia. Capisce? Sarebbe davvero stupido non aver avuto una vita, no? Sicché voglio andarmene. Provarci. E’ una cosa tanto brutta?»

giovedì 24 maggio 2012

La sfida della mummia [Serie di Amelia Peabody, #1]

sfide: sfida del mistero, sfida salva-comodino, sfida dell’alfabeto, sfida infinita, sfida solo donna

Titolo originale: Crocodile on the Sandbank
Autore: Elizabeth Peters
Anno di pubblicazione: 2006
Editore: Editrice Nord
Pagine: 304

Iniziato il: 20 maggio 2012
Terminato il: 23 maggio 2012
Valutazione: ★★★ e mezzo
Quando incontrai Evelyn Burton-Forbes lei era sulla strada a Roma…
(incipit)

Uno dei miei buoni propositi di quest’anno era non iniziare una nuova saga limitandomi a proseguire quelle attualmente in corso (che secondo i miei calcoli dovrebbero essere 11, quindi avrei avuto il mio bel da fare anche se mi fossi fermata a quelle). Purtroppo, mentre percorrevo stoicamente la retta via, mi sono scontrata con la libreria di mia nonna e proprio lì in prima fila spiccava questo romanzo, il primo di una serie che avevo già inserito da tempo in wishlist, e a quel punto non ho potuto farci più nulla: è entrato da solo sgambettando nella mia borsa ed è venuto a casa con me (insieme ad altri due, di cui uno fa parte di un’altra saga ancora… insomma, è un circolo vizioso da cui non uscirò mai).

Dopo i Buddenbrook avevo bisogno di una lettura fresca e leggera e con Elizabeth Peters ho trovato proprio quello che cercavo: una protagonista simpatica, una spruzzata di mistero e una trama facile da seguire, il tutto inserito in una cornice meravigliosa come può essere quella dell’Egitto ottocentesco (quindi ancora incontaminato e senza tutti quegli orribili villaggi turistici). Il romanzo, infatti, è ambientato in epoca vittoriana e Amelia Peabody, la protagonista, è una ricca ereditiera allergica al matrimonio e con la passione per l’archeologia che decide di spendere il suo bel patrimonio viaggiando e visitando una terra che da sempre la affascina: l’Egitto. Poco prima della partenza Amelia incontra Evelyn, una bellissima ragazza inglese sedotta e abbandonata da colui che amava, e la elegge sua compagna di viaggio; così le due donne si avventurano nella terra dei faraoni dove, accompagnate dal fedele servitore Michael, si uniranno alla spedizione dei due fratelli archeologi Richard e Walter Emerson. Durante gli scavi, però, sorge un problema: una spaventosa mummia appare nei pressi del loro accampamento e terrorizza gli operai. Naturalmente spetta ad Amelia risolvere il mistero.

Lo dico subito, il romanzo è una serie infinita di cliché letterari (la zitella anticonformista che proclama la sua indipendenza, l’amica dolce e remissiva che dimostra un’inaspettata determinazione, il personaggio burbero il cui comportamento è solo una maschera per nascondere i suoi sentimenti e il bravo ragazzo timido e riservato che si innamora dell’amica dolce) e il mistero della mummia è facilmente intuibile fin dall’inizio ma la lettura è scorrevole e piacevole, i personaggi sono simpatici e la ricostruzione dell’Egitto ottocentesco è affascinante, anche se rimane sempre piuttosto in secondo piano dato che la maggior parte dell’azione di svolge nell’isolato accampamento degli archeologi ad Amarna, la città del faraone “monoteista” Amenofi IV (del quale ho imparato molto leggendo i romanzi di Ramses di Christian Jacq).

Probabilmente questo è uno dei classici libri che se letti nel momento giusto sono una boccata d’aria fresca, se letti nel momento sbagliato, invece, lasciano intravedere tutti i loro limiti e rischiano di trasformarsi in grosse delusioni. Mi viene però da pensare che, siccome la saga è composta da ben 19 romanzi (dei quali 6 sono inediti in Italia), è possibile che proseguendo con i volumi ci si trovi di fronte ad un’evoluzione delle trame e dei personaggi.
Suppongo che il matrimonio si addica ad alcune donne; poverette, che altro possono fare? Ma perché una donna autonoma e intelligente dovrebbe scegliere di sottomettersi ai capricci e alle angherie di un marito? Vi assicuro che non ho ancora incontrato un uomo assennato quanto me.
(Amelia Peabody)

martedì 15 maggio 2012

I Buddenbrook

sfida: alfabeto, infinita, mattonazzi, premi nobel, salva-comodino, obiettivo 2012, incrociata

Titolo originale: Buddenbrooks - Verfall einer Familie
Autore: Thomas Mann
Anno di pubblicazione: 2006
Editore: Einaudi
Pagine: 692

Iniziato il: 04 febbraio 2012
Terminato il: 16 maggio 2012
Valutazione:★★★★
- Com'è...? com'è...?
- Eh, diavolo, c'est la question, ma très chère demoiselle!
La moglie del console Buddenbrook, seduta accanto alla suocera sul sofà rettilineo laccato di bianco e adorno di una testa di leone dorata, con i cuscini ricoperti di stoffa giallochiara, gettò uno sguardo al marito nella poltrona al suo fianco e venne in aiuto della figlioletta, che il nonno teneva sulle ginocchia, presso la finestra.
(incipit)


Di seguito i commenti alle singole parti del gdl
(clicca sui titoli per leggere il contenuto)

I Tappa - Parte 1, Parte 2
Il romanzo inizia trasportando il lettore a casa della famiglia Buddenbrook, i cui membri si stanno per riunire per una cena alla quale sono invitati anche alcuni amici intimi. L'atmosfera è rilassata e serena, e Mann ci permette di guardarci attorno ammirando il prezioso arredamento e osservando meglio gli abitanti di quella casa: vi sono il console Johann Buddenbrook e la moglie Elisabeth, i genitori di lui, il vecchio Johann Buddenbrook e Madame Antoinette e la piccola di casa, Antonie, detta Tony. In questa occasione ci vengono inoltre presentate la governante Ida Jungmann e Klothilde, una nipote del vecchio Johann Buddenbrook che veniva educata in casa dei parenti in quanto proveniva da un ramo povero della famiglia. Giunta l'ora di cena, si uniscono alla compagnia anche i due figli maschi del console e della consolessa, Thomas e Christian, e i suoceri, i Kroger, oltre ad alcuni amici di famiglia. Tutta la prima parte è dedicata alla descrizione di questa cena, ai discorsi, alle battute, il tutto in un'atmosfera di serenità e allegria. L'unica nota stonata è una lettera che a fine cena il console presenta al padre, tramite la quale veniamo a sapere dell'esistenza di un altro figlio del vecchio Buddenbrook, Gotthold, con il quale però il padre ha dei forti contrasti, apparentemente a causa della decisione di Gotthold di aprire un negozio e che per questo è stato completamente escluso da qualsiasi diritto a rivendicare un'eredità. Anche se in questa prima parte non accade nulla di particolare, il romanzo mi ha catturata immediatamente, probabilmente grazie alle efficacissime descrizioni di cui Mann riempie le pagine: mi sembrava davvero di essere a tavola con i Buddenbrook e di mangiare insieme a loro tanto che, avendo iniziato a leggere poco prima di cena, mi è anche venuta una gran fame.

Nella seconda parte scopriamo che i Buddenbrook possiedono un diario nel quale da generazioni ogni discendente annota gli eventi importanti per la famiglia. Proprio dalla lettura che il console fa di questo diario veniamo a sapere che dietro all'ostilita di Johann Buddenbrook senior nei confronti del figlio maggiore Gotthold si nasconde un motivo ben più profondo di un matrimonio non approvato: la madre di Gotthold, prima e amatissima moglie di Johan Buddenbrook padre, è morta infatti dando alla luce il bambino che fin dal primo momento è stato visto con odio dal padre. A dire la verità, sono rimasta un po' perplessa per quanto riguarda il rapporto tra i due fratelli perché non capisco come mai il console Buddenbrook, che esprime la sua perplessità di fronte al comportamento del padre, decida comunque di appoggiarlo nella sua decisione di non fornire a G. l'indennizzo che chiede. A parte queste questioni economiche, in questa parte si susseguono parecchi avvenimenti: prima la nascita della piccola Klara, figlia del console e della consolessa, seguita poi dalla morte di entrambi i genitori Buddenbrook e dal riappacificamento dei rapporti tra i fratelli, per finire con l'ingresso di Thomas nell'azienda di famiglia. Impariamo anche a conoscere meglio il carattere dei vari personaggi, soprattutto quello di Tony che diventa sempre più insopportabile con il suo atteggiamento superiore, ma Mann ci riserva anche dei momenti divertenti, come la discussione tra i coniugi Buddenbrook a proposito dell'assunzione di un nuovo domestico e le marachelle di Christian a scuola.
"Maurizio di Sassonia/la Pompadour beata/portava un giorno a spasso/nella carrozza aurata./Frèlon vide la coppia;/ridendo li guardò./«Ecco del re la spada/...e il fodero, osservò.»"
Il console salì al suo appartamento e il vecchio scese, brancolando lungo la ringhiera, al piano ammezzato. Poi l'ampia vecchia casa si rinchiuse nelle tenebre e nel silenzio. Orgogli, speranze e timori s'acquetarono, mentre fuori nelle strade deserte la pioggia scrosciava e il vento d'autunno fischiava intorno agli spigoli e ai frontoni.
Si dica ciò che si vuole, ma è piacevole svegliarsi al mattino in una camera spaziosa tappezzata di stoffa chiara e col primo gesto della mano sfiorare una pesante trapunta di raso; e chi non godrebbe di vedersi servire alla prima colazione, nella stanza che dà sul terrazzo, mentre l'aria mattutina entra dal giardino per la vetrata aperta, una tazza di cioccolata invece del solito tè o caffè , una vera cioccolata da compleanno con una grossa fetta di foccacia fresca?
Andava per la città come una piccola regina che si riservi il diritto d'essere crudele o benigna, secondo il gusto e l'umore. (Tony)


II Tappa - Parte 3
Che bella questa terza parte! Mi è piaciuta moltissimo, anche se mi ha contemporaneamente fatto arrabbiare e in alcuni momenti ho addirittura dovuto resistere all'impulso di chiudere il libro e gettarlo via dal nervoso.
Inizialmente Tony mi ha fatto una gran pena, assediata com'era da ogni lato, addirittura da quel fetente di prete che fa una predica su misura apposta per farla decidere a sposare Grünlich, costretta a sentirsi in colpa per non voler sposare non solo un uomo che non ama, ma addirittura uno che disprezza, un insignificante, falso, lecchino con le basette probabilmente tinte. Infine, dopo un fugace innamoramento per un giovane studente conosciuto in vacanza, decide di adeguarsi al suo ruolo di figlia di borghesi con l'obbligo morale di contribuire al prosperare della ditta di famiglia. Ciò che mi ha fatto arrabbiare della scelta di Tony è stato che nel momento in cui posa la penna col la quale ha registrato la sua decisione sul diario di famiglia, lei cancella qualsiasi opposizione della sua mente a quel matrimonio e si fa anzi prendere dall'entusiasmo per i preparativi della cerimonia, l'acquisto del corredo e le fantasie sulla sua futura agiatezza. So di sbagliare, ma dopo aver letto Anna Karénina, avendo ancora in mente questa donna appassionata che vuole vivere i propri sentimenti, non riesco ad accettare il comportamento di Tony senza soffrirne (lei sceglie il matrimonio di convenienza a mente lucida, Anna era invece convinta di amare Karénin finché non ha conosciuto Vronskij). Il mio lato romantico ha sperato che alla fine Tony si sarebbe rifiutata definitivamente di sposare Grünlich, ma il mio lato romantico non aveva compreso il ruolo di Tony in questo romanzo, che con il suo comportamento incarna la vera essenza della famiglia e non avrebbe mai agito altrimenti.
Resta il fatto che ho un pessimo presentimento su Grünlich, perchè il suo comportamente è molto sospetto: le tenta davvero tutte pur di agguantare quel "si", e la sua improvvisa comparsa dagli Schwarzkopf dove Tony sta trascorrendo le vacanze, sembra quasi il gesto di un uomo preso dall'angoscia che si rende conto che il suo futuro gli sta sfuggendo di mano (perchè se fosse stato davvero innamorato di Tony avrebbe parlato con lei, non con i genitori di Morten). Questa mia sensazione è aggravata dal fatto che appena riesce ad ottenere il matrimonio, scompaiono improvvisamente tutte le manifestazioni d'amore e devozione nei confronti della moglie.
Alla fine della parte ci viene rivelato che anche Tom ha una relazione con una ragazza di origini modeste che lavora in un negozio di fiori, e il ragazzo compie la stessa scelta della sorella separandosi dalla fioraia prima della sua partenza per il tirocinio ad Amsterdam.
Se dice di si, avrà trovato il suo posto, si sistemerà per benino, come piace a lei, e dopo un giorno o due amerà suo marito... Grünlich non è una bellezza, mio Dio, no di certo... ma tuttavia è presentabilissimo, e in fin dei conti non si può pretendere un corvo bianco, se mi passi quest'espressione!... Se vuole aspettare che si presenti uno che sia un Apollo e insieme un buon partito... be', faccia pure!
(Johann Buddenbrook alla moglie)
Tacquero a lungo, mentre il mare innalzava verso di loro la sua voce, grave, tranquilla... e a Tony parve improvvisamente di trovarsi unita con Morten in una grande, imprecisa, presaga e nostalgica comprensione di quello che significhi "libertà".


III Tappa - Parte 4
Ecco che con la parte IV la Storia entra per la prima volta nella vita dei Buddenbrook nella veste di una rivoluzione cittadina nel 1848. Purtroppo (per il popolo), questi tumulti vengono risolti senza troppi problemi da un energico Johann Buddenbrook che, dopo alcune ore di paura per i nobili e i ricchi borghesi, riesce a calmare la folla, con l'unico effetto collaterale della morte di Lebrecht Kröger, padre di Elizabeth, per un probabile infarto dovuto all'indignazione per la mancanza di rispetto dimostrata dal popolo verso la nobiltà.
Alcuni mesi dopo questi avvenimenti, invece, ecco che accade proprio quello che mi aspettavo: gli apparentemente fiorenti affari di Grünlich sono in realtà un inganno, un'illusione creata apposta per indurre Johann Buddenbrook a concedergli in sposa la figlia con lo scopo di salvarsi dalla bancarotta. Ciò che il basettone non si aspetta è che il capofamiglia sfrutti la dedizione di Tony per la ditta e se la riporti a casa insieme alla figlioletta Erika, lasciandolo così solo ad affrontare il suo fallimento.
Nonostante io creda che questo non sia il modo migliore per rimediare all'errore di aver fatto sposare Tony contro la sua volontà, non posso non pensare al fatto che Grünlich fosse completamente in mala fede, di conseguenza posso dire che mi sarei comportata esattamente come il console Buddenbrook.
Restando sull'argomento Tony, questa ragazza è davvero inconsistente ed insipida oltre che, come lei spesso di definisce ipocritamente, oca.
L'ultimo capitolo è meraviglioso: la descrizione dell'atmosfera, del tempo, delle sensazioni delle persone accompagnano verso l'annuncio della morte di Johann Buddenbrook che, come tutti gli altri famigliari finora, scompare con la pioggia.
Il suo pronunciato senso della famiglia le rendeva quasi incomprensibili i concetti di libero arbitrio e di autodecisione, e le faceva constatare e ammettere le sue qualità con fatalistica indifferenza, senza distinguere e senza tentar di correggersi. Inconsapevolmente, ella era convinta che ogni qualità, buona o cattiva, fosse un retaggio, una tradizione di famiglia, e pertanto una cosa da venerare e in ogni caso da rispettare.


IV Tappa - Parte 5
La parte V si apre con la riunione di famiglia indetta per la lettura del testamento di Johann Buddenbrook alla quale partecipano il figlio Tom, la moglie Betsy, nominata erede universale, la figlia Tony, che come sempre dimostra la sua enorme stupidità con i suoi interventi fuori luogo, il signor Marcus, nominato socio della ditta, e Justus Kröger, tutore di Klara.
Sei mesi dopo la morte del padre torna Christian, che si trovava a Valparaiso; pur essendo un po' bizzarro, soprattutto per i suoi continui cambiamenti d'umore, sembra piuttosto noioso e inconsistente. Christian sembra vivere in un mondo tutto suo, non è certo molto interessato agli affari di famiglia ma in realtà non sembra interessato a nulla; è proprio il classico svogliato e oltretutto si fa anche ridere dietro dai suoi compagni del circolo senza nemmeno rendersene conto. Intanto, alla morte dello zio Gotthold avvenuta pochi mesi dopo, Tom riceve la carica di regio console dei Paesi Bassi, come suo padre e, prima ancora, suo nonno.
Ben due sono i matrimoni che si preparano in questa V parte: quello di Klara con un pastore di Riga e quello di Tom con la ricchissima figlia di un commerciante di Amsterdam. Devo ammettere che non riesco proprio ad abituarmi alla freddezza calcolatrice con cui vengono combinati i matrimoni, è proprio come se fossero solo degli affari. In ogni caso, questi eventi portano un po' di gioia nella famiglia ultimamente provata dai lutti. L'unica che per ora è ancora insoddisfatta è Tony, che si annoia da morire e vorrebbe sposarsi di nuovo.
Tony posò la corona sul nome del padre, scritto di fresco sulla lastra in lettere dorate, e poi nonostante la neve s'inginocchiò sulla tomba a pregare in silenzio; il velo nero svolazzava lieve e l'ampia gonna le si allargava intorno in pieghe pittoresche. Dio solo sapeva quanto dolore e quanta fede, e d'altra parte quanta vanità di bella donna fossero in quell'abbandono.


V Tappa - Parte 6
Entra in scena un nuovo personaggio: Permaneder, un commerciante bavarese conosciuto da Tony durante un suo soggiorno a Monaco. La ragazza è letteralmente ossessionata dal voler riparare al danno commesso al buon nome della famiglia e della ditta con il suo primo matrimonio e ha intenzione di sposare quest'uomo buono ma talmente diverso nel modo di fare dagli abitanti di Lubecca da risultare ridicolo. Dopo una serie di tormenti notturni Tony prende la decisione definitiva e durante una gita in montagna viene combinato il matrimonio. Faccio davvero tanta fatica ad accettare le scelte di questa donna che non guarda alla propria felicità, anzi, la sua felicità viene realizzata facendo il bene della ditta, anche se ciò significa sacrificarsi al cento per cento.
Il matrimonio viene celebrato in modo semplice e discreto e la coppia parte immediatamente per Monaco. Purtroppo per Tony anche questo matrimonio è destinato ad una rapida fine: la goccia che fa traboccare il vaso e che spinge Tony a fuggire da una città noiosa, popolata da gente rozza per la quale il nome Buddenbrook non significa nulla e da un marito privo di ambizione è il tradimento da parte di Permaneder che una sera torna a casa ubriaco e salta addosso alla cameriera di fronte alla camera da letto della moglie.
Si ritorna così alla situazione iniziale, con Tony nuovamente sola con Erika (la bambina avuta con Permaneder muore pochi minuti dopo il parto) a casa con la madre.
«[...]Tom è un politico, e sa quel che vuole. Chi ha messo alla porta Christian? L'espressione è dura, Ida, ma la cosa sta proprio così. E perché? Perché comprometteva la ditta e la famiglia, e anch'io secondo lui faccio altrettanto, non con gli atti o con le parole, ma semplicemente col mio stato di donna divorziata. Egli vuole che questo cessi, e ha ragione; Dio sa che non gli voglio meno bene per ciò e spero che egli ricambi il mio affetto. [...]» (Tony Buddenbrook)


VI Tappa - Parte 7
Finalmente arriva il tanto sospirato erede Buddenbrook, figlio di Tom e Gerda: il bambino è piuttosto cagionevole ma, dopo aver rischiato la vita appena nato, cresce in modo abbastanza stabile (anche se viene continuamente ripetuto che il bambino "è un po' indietro"). Tony è estremamente orgogliosa del nipotino e la sua gioia aumenta a dismisura quando il fratello Tom viene nominato senatore.
Purtroppo la serenità della famiglia viene nuovamente minata da una serie di eventi: la morte di Klara, il passaggio della sua dote al marito contro il volere di Tom, il fallimento della ditta di Christian, la perdita di alcuni grossi affari e, contemporaneamente a tutto ciò, la grossa spesa sostenuta da Thomas per costruire una casa degna del suo rango di senatore. Tom diventa progressivamente più irrequieto, tanto da compromettere anche il suo lavoro. A peggiorare ancor più la situazione ci si mette anche una guerra (cercando su internet dovrebbe essere la Seconda guerra dello Schleswig, combattuta tra austroprussiani e danesi), che mette a dura prova la ditta Buddenbrook.
«[...]Che cos'è il successo? Una forza segreta e indefinibile, chiaroveggenza, prontezza, la convinzione di influire sui moti della vita col solo fatto della nostra esistenza... La fede nell'arrendevolezza della vita in nostro favore... Fortuna e successo sono in noi; bisogna tenerli saldamente, intimamente. Appena qui dentro qualcosa comincia a cedere, a rilassarsi, a stancarsi, tutto quello che è intorno a noi si svincola, si ribella, si sottrae al nostro influsso... Allora un colpo segue l'altro, batoste su batoste, e si è liquidati.[...]» (Thomas Buddenbrook parla con Tony)


VII Tappa - Parte 8
Questa parte è stata forse un po' troppo lunga e per dirlo io che amo le digressioni, le descrizioni precise, i dialoghi infiniti, vuol dire che è stato davvero un po' troppo. In questi capitoli succede un po' di tutto: Erika Grünlich si sposa - e la madre Tony, come sempre è la talmente protagonista da sostituirsi alla ragazza in tutto, dall'organizzazione del matrimonio a quella della casa degli sposi dove si trasferisce naturalmente anche lei (classico esempio di suocera ingombrante) -, Tom viene meno per la prima volta ai principi dell'azienda accettare di fare un prestito ad un amico di famiglia a interessi esagerati, la ditta festeggia l'anniversario dei cento anni. Veniamo inoltre a sapere qualcosa di più su Hanno, il figlio di Tom e Gerda, un bambino riservato, molto sensibile e con una salute estremamente delicata. Contrariamente ad desideri del padre, che vorrebbe fare di lui un vero Buddenbrook, Hanno ha preso dalla madre l'amore per la musica e il talento del bambino è davvero incredibile; purtroppo Tom non riesce a comprendere per nulla il figlio e insiste nel tentare di approcciarvisi nel modo che lui ritiene migliore: le uniche conversazioni sono sempre interrotte da delle vere e proprie interrogazioni del padre al figlio sull'attualità, sul commercio, sulla geografia, cosa questa che mette il bambino in estrema soggezione e non fa altro che renderlo ancora più chiuso.

Infine, dopo due lunghissimi capitoli incentrati uno sulla musica e l'altro sul Natale, la famiglia viene scossa dall'ennesima disgrazia: il marito di Erika viene accusato, processato e condannato a tre anni e mezzo di carcere per aver condotto alcuni affari sporchi e Tony si ritrova nuovamente sola con la figlia, senza casa e a dover dipendere dalla propria famiglia.
[...] e nel registro di famiglia scrisse con mano tremante di gioia il nome di Erika accanto a quello del direttore... ma era lei, lei Tony Buddenbrook, la vera sposa.
- Egli ne è degno, - affermò il signor Pfühl. - A volte lo guardo negli occhi... e vi leggo tante cose, ma le labbra le tiene chiuse. Più tardi nella vita, che forse gli farà tenere le labbra ancor più serrate, deve pur avere una possibilità di parlare... [Gerda e il maestro di musica parlano del talento musicale di Hanno]


VIII Tappa - Parte 9
I capitoli che compongono la nona parte sono quasi tutti incentrati sulla morte della vecchia consolessa Buddenbrook: la lunga agonia, la lettura del testamento, il funerale e infine la vendita della vecchia casa di famiglia. La parte è davvero molto breve, ma nonostante accada poco (anzi, forse proprio perché ci sono pochi avvenimenti) si respira davvero l'aria di una lenta caduta, del progressivo disfacimento della famiglia.
Ormai gli ultimi veri Buddenbrook rimasti sono Tom e Tony (Chistian, infatti, ha dimostrato da un pezzo di essere molto diverso), ma lo spirito di lui è sempre più depresso e frustrato, così che l'unica ancora piena dell'"orgoglio Buddenbrook" rimane sempre Tony.


IX Tappa - Parte 10
Il declino di Thomas Buddenbrook, già iniziato nei capitoli precedenti, è il fulcro di questa parte e la sua morte segna la morte dell'ultima speranza per la ditta Buddenbrook di risollevarsi: né Christian, incapace e ipocondriaco, né il piccolo Hanno, i cui interessi sono da tutt'altra parte, sono infatti in grado di portare avanti la ditta.

Hanno è il personaggio che tra tutti sento più vicino: i capitoli riguardanti le vacanze al mare in particolare non solo me lo hanno reso più simpatico, ma hanno suscitato in me ancora più tenerezza di prima, anche da piccola io provavo le stesse identiche sensazioni.

La morte di Tom arriva improvvisa e anche se spesso nelle pagine precedenti c'erano state diverse anticipazioni, proprio non me l'aspettavo.
Davvero, l'esistenza di Thomas Buddenbrook non era diversa da quella di un attore, un attore però la cui vita fin nei minimi e più triti particolari sia diventata un'unica produzione, una produzione che, eccettuati pochi brevi momenti di solitudine e di distensione, assorbe e logora continuamente tutte le forze..."



Commento conclusivo
Ho iniziato la lettura de I Buddenbrook con un gdl, spinta dal successo ottenuto con i due che avevo seguito precedentemente (Il conte di Montecristo e Anna Karénina); mi sono resa conto, infatti, che la lettura (e relativo commento) frazionata di un classico dà molta più soddisfazione di una tutta d’un fiato (soprattutto se le pagine sono tante e il fiato a volte tende a mancare). Purtroppo questa volta non sono riuscita a restare nei tempi stabiliti e sforato di parecchio, ma ho deciso di proseguire comunque seguendo le tappe stabilite.

Il romanzo mi è piaciuto molto, anche se mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, non tanto per la conclusione – facilmente immaginabile solo leggendo il sottotitolo del romanzo: “declino di una famiglia” – quanto per la completa mancanza di carisma dei personaggi. Non voglio fare intendere che questo sia un difetto, anzi, è perfettamente in linea con la trama, ma io amo i personaggi che si fanno largo attraverso le pagine, che mostrano forza di carattere, anche se non sempre in senso positivo. Qui invece di personaggi dominanti non ce ne sono né tra i protagonisti, né tra i secondari: Thomas inizia bene ma si spegne presto, Tony è stupida e vuota, Hanno, nonostante sia il personaggio che ho sentito più vicino a me, non è né tagliato per il futuro che gli si prospetta, né capace di ribellarsi e trovare la propria strada. Non parliamo poi di Christian e delle sue ridicole fissazioni.

Ciò che mi ha catturata è lo stile di Mann: ho amato le sue descrizioni non solo dei paesaggi, ma anche degli stati d’animo dei personaggi e delle loro passioni. Ho trovato incredibile il modo in cui si parla della musica nel capitolo su Gerda Buddenbrook e tutto il capitolo sul delirio filosofico/religioso di Thomas. Lo spostamento del punto di vista che si muove tra i tre protagonisti, Thomas, Tony e Hanno è estremamente coinvolgente e fa si che il lettore venga catapultato dentro nell’animo dei personaggi e si senta vicino a loro, riuscendo a comprendere perfino il più assurdo dei loro pensieri.

Dopo la lettura di questo caposaldo della letteratura tedesca il proposito è naturalmente quello di leggere altre opere di Mann, magari passando prima dai racconti per approdare solo tra un po’ all’inquietante (ma solo per la mole) Montagna Incantata. Per il momento, però, ho bisogno di una pausa dalle letture intelligenti!
E stette là vincitrice nella buona guerra che aveva condotto per tutta la vita contro gli assalti del suo raziocinio di maestra, gobba, minuscola e vibrante di convinzione, una piccola profetessa ispirata e vendicatrice.
(explicit)